Nella Zurigo gay, arte e cultura sono due elementi predominanti. La città ha giocato un ruolo pionieristico già nel Medioevo, diventando crocevia di grande importanza per la produzione e il commercio della seta nel XIII secolo, nonché culla del Dadaismo all’inizio del XX secolo e, più tardi, del Costruttivismo e città natale o scelta da molti artisti e intellettuali famosi. Max Bill, Johanna Spyri, Lenin, James Joyce, Thomas Mann, Albert Einstein e molti altri hanno lasciato il loro ricordo indelebile a Zurigo. Oggi, numerosi musei e istituti culturali invitano il visitatore a intraprendere “viaggi esplorativi”, insieme a spazi pubblici e molti festival che testimoniano l’aspetto culturale della città.
Musei da non perdere nella Zurigo gay
Tra i Musei “must” da visitare troviamo il Kunsthaus e il Museum für Gestaltung. Il Kunsthaus ospita la più importante e vasta collezione di opere dell’artista grigionese Alberto Giacometti e la più grande collezione di Munch al di fuori della Norvegia. Ma da ammirare ci sono anche significative opere dell’espressionismo e un esaustivo archivio sul Dadaismo, che può essere visitato su appuntamento.
Il Museum für Gestaltung o Museo delle Arti Figurative di Zurigo si divide in due sedi: una vicino alla Stazione Centrale della Zurigo gay e l’altra sul Toni-Areal, nel dinamico quartiere di tendenza di Zürich-West. Entrambe presentano mostre temporanee incentrate sui temi design, comunicazione visiva e architettura. Nella mostra “Collection Highlights” e in un’altra esibizione sono presenti le icone del design svizzero, come il pelapatate Rex, il coltellino dell’esercito svizzero firmato Victorinox, ma anche font quali “Helvetica”. Dal 2019 operativa la terza sede del Museo con il Pavillon Le Corbusier. Completata nel 1967, l’opera d’arte di Le Corbusier è un gioiello architettonico: l’ultima costruzione del grande architetto, designer e artista svizzero-francese è il suo unico edificio interamente in vetro e acciaio. Il che è significativo perché per lui il cemento non era solo un materiale, ma un vero e proprio strumento. Va ricordato che con la casa colorata in riva al lago, Le Corbusier ha trasformato in realtà la sua visione della sintesi tra architettura, vita e arte.
Il padiglione espositivo segue in maniera globale il sistema “Modulor”, una scala di proporzioni sviluppata dall’artista e basata sulle misure dell’uomo e sulla sezione aurea. Il padiglione è aperto fino ad ottobre. Allestite dal Museo di arti figurative, diverse mostre temporanee, manifestazioni e workshop illustrano le variegate opere e l’enorme influenza di Le Corbusier.
Grazie alla linea del tram numero 4, tutte le sedi del Museo di arti figurative sono collegate tra di loro. E poi ci sono gli spazi pubblici: nella città di Zurigo è possibile visitare più di 1.300 opere d’arte nello spazio pubblico, la cui cura è responsabilità del gruppo di lavoro KiöR, Kunst im öffentlichen Raum ovvero, Arte negli Spazi Pubblici. Questo gruppo consiglia come rapportarsi alle opere esistenti e garantisce che, anche in futuro, la Zurigo gay sia un luogo dove l’arte possa adattarsi con naturalezza alla quotidianità pubblica.
Qualche nome? Iniziamo con “L’angelo” di Niki de Saint-Phalle appeso al soffitto dell’imponente hall della Stazione Centrale della Zurigo gay che dà il benvenuto ai viaggiatori in arrivo e partenza, per poi seguire il font svizzero “Helvetica” di Max Miedinger camminando per le strade della città. Certamente uno dei beni d’esportazione più importanti della Svizzera il font “Helvetica”, icona, classico di design e marchio quotidiano in uno, oggi tra i caratteri più utilizzati al mondo. Fu ideato nel 1957 dal grafico zurighese Max Miedinger, in collaborazione con Eduard Hoffmann, allora direttore della fonderia di caratteri “Haas’schen Schriftgiesserei”. Il font “Helvetica” non viene utilizzato solo da aziende come Lufthansa o Nestlé, ma anche dalla metropolitana newyorkese, che lo usa per fornire informazioni e orientamento (zuerich.com/lgbt).
Zurigo gay: approfondimento sulla scena LGBT+ della città
Negli ultimi decenni, la Zurigo gay, aperta e tollerante, ha coltivato una scena LGBT+ variegata. Diverse associazioni promuovono lo scambio reciproco e si impegnano a favore dei diritti e dell’uguaglianza della comunità LGBT+. Numerosi bar, festival e manifestazioni celebrano la tolleranza nei confronti dell’amore omosessuale. Un’apertura mentale che a Zurigo affonda le proprie radici in una lunga storia.
FILMFESTIVAL PINK APPLE
“Pink Apple” è il nome del festival cinematografico LGBT+ in occasione del quale, una volta all’anno, viene steso il tappeto rosso per i film a sfondo omosessuale. Da scoprire c’è davvero molto, grazie a un programma che propone pellicole adatte a tutti gli amanti del cinema, che siano etero oppure omosessuali. Contornati da tanto glamour, vengono proiettati documentari, lungometraggi, cortometraggi e persino un programma per bambini. Una selezione che non lascia adito a dubbi: la mela non solo è rosa, ma anche buonissima.
ZURICH PRIDE FESTIVAL
Dal 1994, nella Zurigo gay non si celebra regolarmente solo il Christopher Street Day, ma anche lo Zurich Pride Festival, con cadenza annuale. A giugno, l’area della caserma e lo Zeughaushof zurighese si trasformano per più giorni in un teatro di condivisione colorata quanto l’arcobaleno. Con vari concerti ed eventi, si lotta contro la discriminazione e a favore della tolleranza, dell’apertura mentale e del dialogo. Votato a questa causa, il festival non è pensato solo per la comunità LGBT+, ma si rivolge esplicitamente anche al pubblico eterosessuale.
STREET PARADE
Durante la Street Parade, centinaia di migliaia di appassionati di musica elettronica e tecno si scatenano attorno al lago di Zurigo.