Airbnb, Uber, BlaBlaCar sono solo alcuni dei più importanti player mondiali che offrono servizi basati sulla sharing economy.
Secondo uno studio presentato alla National Bureau of Economic Research possono avere un effetto positivo su persone con redditi bassi e possono rappresentare un volano per la ripresa economica.
Ma cos’è la sharing economy? Si tratta di un fenomeno relativamente recente (anni 2000) che fonda le sue radici negli istinti umani più antichi: cooperazione, condivisione e flessibilità. Tra questi modelli possiamo includere azioni quali: affittare, regalare, scambiare, barattare ecc… dei veri e propri “servizi collaborativi“.
Più che tendenza economica parliamo di una tendenza sociale, che trova un nuovo sbocco nell’economia derivante dal web.
Proprio per questo, il nostro gruppo ha deciso di cogliere anche questa sfida anticipando ancora una volta i tempi. Dopo due anni di ricerca ed investimenti nella nostra sede di San Francisco abbiamo dato vita a Wimbify.
Design, Tecnologia e Intelligenze italiane diventano una nuova piattaforma mobile che ha come filosofia quella di condividere gratuitamente con altri utenti servizi di: ospitalità, trasporto, giri turistici. Al contempo l’app mette in connessione viaggiatori da ogni parte del mondo con una unique value proposition: la Gayfriendliness degli utenti.
Se state pensando di organizzare un viaggio a Londra vi basterà cercare ospitalità di un utente sulla piattaforma, pagare una piccola fede per il servizio di connessione ed il vostro soggiorno sarà completamente gratuito. Colui che vi ospiterà dal canto suo guadagnerà dei crediti che potrà utilizzare sulla piattaforma quando vorrà usufruire anche lui di un servizio, abbattendo così i costi della fee da corrispondere a Wimbify.
Un sistema anche utile per cercare un compagno di viaggio rivolto a coloro che spesso per motivi di ferie che non combaciano con quelle dei propri amici sono costretti a viaggiare soli con conseguente aggravio delle spese di viaggio. Si dà la possibilità a chiunque di diventare “cicerone” nella propria città e far vivere un’esperienza da locale al turista in visita.
Impossibile sottrarsi alle critiche come per tutte le novità. Ma siamo già in questa nuova economia. Ad esempio Airbnb e Uber oltre ad aver reso accessibili alcuni servizi anche a fasce di popolazione che prima erano escluse per motivi economici, hanno dato vita a nuovi posti di lavoro (600 dipendenti Airbnb e 550 dipendenti Uber) ed opportunità di business (gli host nel caso di Airbnb, ovvero chiunque ha una stanza o una casa da affittare; i driver nel caso di Uber, ovvero chiunque abbia un veicolo e del tempo da mettere a disposizione), non parlando poi dell‘aumento della qualità di questi servizi grazie all’aumento della concorrenza.
Alessio Virgili