In Ucraina, un gruppo LGBTQ+ locale ha citato in giudizio una delle figure religiose più importanti del paese a causa di commenti volti ad incolpare il matrimonio tra persone dello stesso sesso per la diffusione del coronavirus. Il gruppo ha affermato essere questo il primo caso del genere nell’ex nazione sovietica.
La figura in questione è Filarete di Kiev, primate e patriarca della chiesa ortodossa della città di Kiev dal 1995. A marzo, il patriarca Filarete, durante una trasmissione televisiva nazionale ha affermato che la pandemia è “la punizione di Dio per i peccati degli uomini, il peccato dell’umanità. Primo fra tutti, il matrimonio tra persone dello stesso sesso”.
A tal proposito si sono espressi diversi gruppi per i diritti umani, definendo i commenti del patriarca ortodosso “pericolosi”, in particolare Maria Guryeva, portavoce di Amnesty International Ucraina, ha affermato: “Tali dichiarazioni sono molto dannose perché potrebbero portare all’aumento di attacchi, aggressioni, discriminazioni e all’accettazione della violenza contro alcuni gruppi”.
Allo stesso modo, Olena Shevchenko, difenditrice dei diritti umani ed educatrice ucraina, ha dichiarato alla Thomson Reuters Foundation: “Il nostro obiettivo è mostrare alla gente che non c’è più posto per tali dichiarazioni dai leader della chiesa in Ucraina”.
In risposta Filarete ha detto che “come capo della chiesa e come uomo, il Patriarca ha la libertà di esprimere le sue opinioni che sono basate sulla moralità”.