Nonostante la Tailandia sia una Paese molto friendly, in materia di diritti per la comunità LGBTQ+ ha ancora molto da fare. L’omosessualità è legale dal 1956, dal 2002 non è più considerata una malattia e dal 2015 esistono leggi antidiscriminatorie sul luogo di lavoro, nel godimento di beni e servizi e in tutte le altre aree.
Allo stesso modo però, non è possibile cambiare genere legalmente, le coppie dello stesso sesso non sono ancora riconosciute dalla legge, non possono adottare e i matrimoni/unioni LGBTQ+ non sono consentiti.
A tal proposito, la scorsa settimana, il governo tailandese ha approvato un disegno legge che propone di legalizzare le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Se tale disegno dovesse essere approvato dal Parlamento, la Tailandia, oltre a compiere un altro grande importante passo verso l’uguaglianza dei suoi cittadini, diventerebbe il primo Paese del sud-est asiatico a legalizzare le unioni LGBTQ+.
Il disegno legge in questione consentirà anche l’adozione, la gestione congiunta di beni e debiti, il diritto ereditario ma non ancora l’accesso reciproco alla pensione.
“Questo è un passo importante per la Tailandia nel perseguire l’uguaglianza per tutti e nel garantire i diritti alle coppie dello stesso sesso per creare una famiglia” ha dichiarato Rachada Dhnadirek, un portavoce del governo dopo l’approvazione del disegno legge.