Dal 22 Febbraio è disponibile su Netflix la seconda stagione di Suburra, la serie ispirata all’omonimo film del 2015 e, a sua volta, basato sul romanzo di Giancarlo Cataldo e Carlo Bonini. Una serie che con tutti i suoi pregi e difetti ha esportato l’italianità all’estero. E anche se a trasparire è un mondo fatto di corruzione e malavita, tra le righe si evidenziano soprattutto gli usi e costumi del nostro paese. In questo caso rivolge uno sguardo alla realtà queer di un’Italia misogina e incattivita. Suburra è anche questo: oltre ai patti scellerati e alle sparatorie c’è di più.
La serie segue la vicenda di un gruppo ben assortito di personaggi fra criminali, politici e persone comuni, invischiati in traffici poco leciti in una Roma barocca e decadente. Tutto ruota attorno all’acquisizione di alcuni terreni sul lungo mare di Ostia, contesi da più mani, per la costruzione di un Polo Turistico. Spicca la presenza di Aureliano Adami, interpretato da un bellissimo Alessandro Borghi, Spadino Anacleto e Lele Marchillli, ragazzo che si è trovato suo malgrado in un mondo che non gli appartiene.
Tre generazioni a confronto, tre personaggi diversi che cercano di trovare il loro posto in un contesto sociale in grande fermento. Tessono inganni e losche trame d’affari, ma prima di tutti sono uomini, sono esseri umani fatti di carne e sangue, che amano e che a loro volta vogliono essere amati. Come il giovane Lele, legato ad una vaticanista in odore di doppio gioco e poi ci sono Spadino e Aureliano, due anime perse ma unite da un destino, purtroppo, già scritto.
E Suburra si muove su questo doppio filo. Da una parte la malavita dall’altro i sentimenti umani. Quelli di Spadino e Aureliano sono l’esempio più classico di una vita dissipata, nata e cresciuta nell’incertezza. Il primo è un malavitoso di Ostia dal carattere schivo e irrequieto, il secondo è uno zingaro del clan degli Anacleti, è omosessuale ma costretto a reprime i suoi sentimenti per il buon nome della famiglia. Fino a quando non incontra lo sguardo di Aureliano. Tra i due nasce una storia d’amore inespressa, costellata di troppi sé e tanti ma. Il primo convinto della propria sessualità tanto da aggredire più volte il giovane Spadino; il secondo invece è perso nei suoi stessi dubbi, con la paura di amare. Il pregio di Suburra è proprio questo: rappresenta la nostra italianità. Quella di una società corrotta e quella degli amori impossibili. Due pesi e due misure che hanno reso un piccolo cult la prima serie italiana di Netfix.
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