La corsa per la conquista del mercato seriale di oggi, da parte di Netflix, continua inesorabile. Dal 10 Maggio al catalogo, già piuttosto affollato, si aggiunge The Society. E ancora una volta si esplora l’universo giovanile fra drammi, amori, baci rubati e problemi adolescenziali. L’unico modo per raccontare la società contemporanea, sobillata da dubbi, paure e incertezze, è farlo attraverso lo sguardo dei giovani di oggi, ultima speranza per la costruzione di un mondo migliore. Netflix questa volta lo fa con un occhio più crudo, più cinico, quasi iper-realistrico, eppure The Society, rispetto ad altri prodotti di genere, convince proprio per queste caratteristiche.
Liberamente ispirata al romanzo de “Il Signore delle Mosche”, la serie prodotta da Marc Webb, è ambientata in una piccola città dell’entroterra americano. In circostanze poco chiare, un gruppo ben assortito di adolescenti, di ritorno da una gita, scoprono che i genitori sono scomparsi e che non c’è modo di lasciare la città. Presi dal panico, i giovani cercano di venire a capo dell’assurdo mistero, ma tra di loro nascono dissapori e lotte per il potere.
Costretti a convivere l’uno di fianco all’altro, non resta che costruire una società tutta nuova, fondata su un modo senza adulti e dove vige la legge del più forte. Gli adolescenti di The Society sono alti e schietti, sembrano usciti da una rivista di moda e, come tali, non ragionano con il cuore e non con la mente. Sono dissipati, sono libertini, sono irascibili, uccidono, ingannano solo per il puro scopo di farlo. Una serie che non è poi così distante dalla realtà.
Si affrontano tutte le problematiche dell’attuale società: si parla della violenza sulle donne, si discute di democrazia e libero arbitrio, si discute di maternità giovanile, di diversità razziale e di classe, si affronta di petto l’omosessualità e i dilemmi di natura religiosa. Tutte problematiche condensate in un calderone di idee pronto ad esplodere. Di per sé la serie non è esente da difetti: è verbosa, prolissa, gli episodi sfiorano la durata di un film tv, ma sono le tematiche affrontate che fanno la differenza. Solo con l’inquietudine di un adolescente, si possono raccontare i dilemmi e le paure di una società poco aperta alle diversità, alla cultura e alla saggezza.
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