La storia per l’affermazione dei diritti LGBTQ+ in Europa inizia nel Medioevo quando, soprattutto a causa del dogma religioso vigente, i paesi europei iniziarono ad introdurre leggi contro l’omosessualità. L’inquisizione cattolica ha inizialmente perseguitato gli omosessuali fino ad arrivare a punirli con la morte a “causa” del loro orientamento sessuale.
È solo durante il XIX secolo che iniziò a crearsi una sorta di movimento militante che combatteva per porre fine alla criminalizzazione dell’omosessualità. Nel 1986 lo svizzero Heinrich Hössli pubblicò il primo saggio in lingua tedesca per chiedere il riconoscimento dell’“amore maschile”. Tra il 1864 e il 1879 il giurista tedesco Karl-Heinrich Ulrichs, oggi considerato il padre fondatore del movimento di liberazione omosessuale, scrisse dodici volumi “Forschungen über das Räthsel der mannmännlichen Liebe” (“Ricerche sull’enigma dell’amore fra maschi”) dove sviluppò una teoria sull’omosessualità. Forgiò il termine “uranisti” identificando gli uomini attratti da uomini come un’anima femminile racchiusa in un corpo maschile, una condizione biologica presente dalla nascita.
Ulrichs si impegnò fortemente nella lotta per l’abrogazione dell’articolo 175 del Codice Penale tedesco che condannava i rapporti “innaturali” fra uomini e nel 1867 si dichiarò durante un congresso di giuristi pubblicamente uranista. Nel 1895 morì in esilio in Italia.
È nel 1921 con il medico Magnus Hirschfeld che nasce la Lega Mondiale per la Riforma Sessuale, una lega che riuniva dottori e rappresentanti da 25 paesi diversi per chiedere un atteggiamento razionale nei confronti dell’omosessualità e il riconoscimento dei rapporti sessuali tra adulti consenzienti come appartenenti alla sfera privata.
Nel 1922 nasce l’Unione per i Diritti degli Uomini fondata da Friedrich Radszuweit e aperta per la prima volta nella storia anche alle lesbiche. Nel 1933 l’ascesa nazista causò lo scioglimento della Lega e l’esilio dei suoi membri nonché la deportazione degli omosessuali nei campi di concentramento.
Nel 1951 fu fondato il Comitato Internazionale per l’Uguaglianza (ICSE) che oltre a promuovere la rivendicazione dei diritti omosessuali, ha chiesto alle Nazioni Unite di includere i diritti delle minoranze sessuali nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Nel 1954 André Baudry ha fondato la prima rivista di cultura omosessuale, l’Arcadie.
Nel 1968 una serie di rivolte sociali si sono svolte in tutto il continente portando alla creazione di gruppi omosessuali. Dal 1969, anno dei moti di Stonewall, anche in Europa iniziarono le marce per la rivendicazione dei pari diritti. Dagli anni ’80 si adottò la bandiera arcobaleno e l’acronimo LGBT.
Nel 1933 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Un traguardo fondamentale che ha segnato un punto di inizio per la discussione delle altre minoranze sessuali quali donne e transgender. A riguardo un’altra vittoria importante è stata raggiunta nel 2010 dall’Associazione Beaumont Continentalche si è battuta contro la patologizzazione dei transessuali.
Dall’inizio del XXI secolo, gli Stati membri dell’Unione Europea si sono allineati secondo quanto espresso dalla Carta Europea dei Diritti Fondamentali che vieta ogni tipo di discriminazione basata sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere.
Fonti:
http://www.giovannidallorto.com/biografie/ulrichs/ulrichs.html
https://www.thenewfederalist.eu/the-right-to-love-a-brief-history-of-lgbtq-rights-in-europe?lang=fr