Nell’intreccio di sguardi in luoghi pubblici emergono silenziose danze di intesa. Questa pratica dell’incontro con persone dello stesso sesso, chiamata “cruising“, ha radici profonde nella cultura LGBTQ+. Per oltre due secoli, uomini gay e bisessuali hanno cercato modi del tutto spontanei di conoscersi, adattando il rituale alle sfumature socio-culturali dei tempi.
In Italia, il cruising gay è conosciuto anche con il nome di “battuage”. Spesso questi incontri si svolgono in spazi all’aperto, luoghi apparentemente comuni ma che, al calar della notte, diventano teatri di passioni nascoste. Da vespasiani a parchi cittadini, da spiagge a cinematografi e parcheggi, queste aree, documentate da oltre 200 anni, diventano rifugi segreti, luoghi (più o meno) sicuri per chi cerca interazioni di questo tipo, lontani da occhi indiscreti.
Esploriamo la magia e la storia del cruising gay, con un particolare focus sul “battuage” all’italiana.
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L’antica arte del cruising
Molto prima dell’avvento delle applicazioni di incontri come Grindr, il cruising era considerato un’arte, un modo per gli uomini di vivere la propria sessualità in un mondo che spesso li criminalizzava. Questa pratica diventa ancor più significativa quando ci si rende conto che molti non provengono da famiglie queer, privandoli così della conoscenza delle proprie radici storiche.
Il termine “cruising”, ben distinto dalla prostituzione, nasce come codice tra uomini gay per indicare la ricerca di rapporti sessuali occasionali. Sorprendentemente, le prime tracce documentate risalgono al 1810 in Inghilterra, quando rapporti sulle irruzioni della polizia nei luoghi queer erano all’ordine del giorno.
Criminalizzazione e libertà: il contrasto del 20° secolo
Nelle metropoli come San Francisco e New York, all’inizio del XX secolo, luoghi come i bagni pubblici diventarono famosi come punti di ritrovo per la comunità queer. Tuttavia, con la crescente visibilità arrivò anche la criminalizzazione da parte della società di quell’epoca, ancora profondamente omofoba. La legge “Shackno Bill” a New York rese illegali certe forme di cruising, con migliaia di arresti avvenuti negli anni ’20.
Tuttavia, gli anni ’70 hanno segnato un’epoca di emancipazione, sostenuta dall’emergere dei primi movimenti in favore dei diritti delle persone LGBTQ+. Numerose città americane si sono trasformate in epicentri di una vera e propria rivoluzione sessuale, con i loro moli e distretti costieri che diventavano famosi come luoghi di cruising. Anche in Italia il cosiddetto “battuage” iniziava a guadagnare popolarità e riconoscimento.
Il battuage in Italia
La parola “Battuage” è un pseudo-francesismo coniato all’interno della comunità gay intorno alla Seconda Guerra Mondiale che, al pari di cruising, indica dei luoghi all’aperto frequentati da persone spesso in cerca di rapporti sessuali occasionali. Nonostante le radici linguistiche possano far pensare al francese, i francesi utilizzano il verbo “drague” per descrivere lo stesso fenomeno, mentre in inglese si utilizza “cruising”.
Seppur ci sia scarsità di documentazione storica su questo fenomeno in Italia, alcune testimonianze gettano luce sull’antichità di tali prassi. Alcune delle prime tracce storiche sui battuage, anche se ne esistono di precedenti, sono state documentate nel testo “Milano sconosciuta” scritto da Paolo Valera nel 1879. Egli fa riferimento a diversi luoghi iconici come la Galleria e il Castello Sforzesco a Milano, il Circo Massimo a Roma, l’emiciclo della Stazione FF.SS. a Sassari, la “Fortezza da Basso” a Firenze e il “Muro del pianto” a Venezia.
Un resoconto evocativo è fornito da Alberto Costa nel suo libro “Rettili umani” del 1889, dove descrive un episodio al battuage presso la Fortezza da Basso a Firenze. Nel suo racconto, Costa illustra un quadro vivido di un gruppo di giovani, apparentemente di buona condizione sociale, che partecipano a questi incontri segreti, dando un’idea della clandestinità e dell’atmosfera che circondava tali luoghi.
La collocazione di questi punti d’incontro era strategica, spesso situata in zone periferiche o di scarso passaggio per garantire la riservatezza. Nonostante la loro importanza come spazi di socializzazione per la comunità omosessuale, l’ascesa dei locali gay e l’avvento di Internet hanno portato a un declino graduale della loro popolarità.
È proprio nei luoghi di battuage che il primo movimento gay italiano, il F.U.O.R.I., si fece conoscere sul finire degli anni Settanta: gli attivisti dell’epoca lasciavano, alle persone in cerca di sesso occasionale nei luoghi di battuage, volantini e brochure con inviti ad unirsi al movimento.
Per un approfondimento sulla storia del movimento gay italiano ti invitiamo all’ascolto del podcast “Le radici dell’orgoglio” prodotto da Giorgio Bozzo, e che trovi su piattaforme di streaming audio come Spotify.
Il dramma dell’AIDS e l’evoluzione tecnologica
La crisi dell’AIDS degli anni ’80 ha portato un duro colpo alla cultura del cruising, con molte saune gay chiuse dalle autorità più preoccupate di sopprimere i luoghi di incontri piuttosto che promuovere la sicurezza sessuale. Ma, come spesso accade nella storia LGBTQ, la comunità si è rialzata, trasformando quei luoghi di cruising in centri di supporto e assistenza.
Oggi, la tecnologia ha ridimensionato il cruising tradizionale. app come Grindr e Scruff hanno reso gli incontri occasionali facilmente accessibili, seppur perdendo quella spontaneità che una volta era centrale nella cultura del cruising. Tuttavia, per molti, un semplice scambio di sguardi in un luogo pubblico può ancora portare un mondo di possibilità ed emozione.
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Il cruising come capitolo fondamentale della storia del movimento LGBTQIA+
La storia del cruising e del battuage, con il suo ricco tessuto di resilienza, innovazione e autenticità, è un tributo all’indomito spirito umano. In Italia, quest’ultimo rappresenta un capitolo fondamentale, evidenziando la lotta e la determinazione della comunità LGBTQ in un Paese profondamente radicato nelle sue tradizioni. Ancora oggi, mentre il mondo diventa sempre più digitale, la storia del cruising e del battuage ci ricorda l’importanza dell’umanità e della connessione autentica.