Da un panorama televisivo come quello italiano, ancora frammentario e con pochissime novità degne di nota, nessuno ha scommesso sul successo di SKAM Italia, invece la serie tv creata da Ludovico Bessegato, è diventata una tra i fenomeni più popolari del 2018 (e di questo passo anche nel 2019 vincerà il primato). La sua particolarità? Raccontare una storia fresca, reale e disinibita che alza il velo sulla “generazione Z”, quella cresciuta nell’era dei social network. Essere un prodotto realistico può essere un’arma a doppio taglio, SKAM Italia invece, ha trovato il modo di distinguersi e regalare un veritiero spaccato di vita sul mondo dei giovani di oggi. É un teen-drama, ma può essere visto anche da chi ha superato la fase adolescenziale da molto tempo, perché SKAM Italia in realtà è un racconto trans-generazionale, è una storia universale che sfiora i temi giusti, come l’amore (anche gay), l’amicizia e le disabilità (soprattutto mentali).
In principio SKAM (che in italiano significa “vergogna”) nasce in Norvegia come primo esperimento televisivo multimediale. Non è la classica serie che viene trasmessa in tv settimana dopo settimana, ma bensì è un prodotto destinato all’interazione con il pubblico dei social. Ogni episodio è composto da diverse mini-clip, della durata fra i 10 e i 15 minuti ciascuno, e sono condivise sul web ad un orario ben preciso durante tutto l’arco della settimana. Il venerdì poi l’episodio viene trasmesso nella sua interezza, accorpando tutte le clip già andate in onda. A questo si aggiunge la diffusione di chat, messaggi e Instagram Stories, legate ad ogni singolo personaggio della serie, così da regalare la giusta veridicità alla narrazione. In Norvegia è stato un vero e proprio fenomeno di culto e il format è stato poi venduto in varie parti del mondo. C’è uno SKAM in Francia, in Germania, ad Austin (in America) e poi in Italia. Quello realizzato nel Bel Paese ha una validità maggiore, rispetto ai compagni europei. È una serie audace, nuova, intrigante e accattivante, l’unica capace di illustrare senza peli sulla lingua le abitudini di un gruppo di giovani alle prese con batticuori e compiti a casa.
La vicenda si focalizza su una comitiva di amici del liceo scientifico J.K. Kennedy di Roma, ogni stagione ha il suo personaggio principale e il suo fil rouge. Lo scorso anno abbiamo conosciuto la storia di Eva, una ragazza problematica con poca stima di sé stessa, totalmente rapita dal fascino di Giovanni, suo compagno di scuola; nel secondo ciclo trasmesso fino al 21 dicembre scorso, la storia di Martino e del suo coming out, ha animato un arco narrativo di una bellezza struggente, così dolce e tenero che ha eguagliato (se non addirittura superato) la controparte norvegese. La seconda stagione ha avuto un’importante valenza per il periodo storico che l’Italia sta vivendo, soprattutto quando il razzismo e atti di omofobia sono ancora all’ordine del giorno. La presa di coscienza di Martino e la sua toccante storia d’amore con Nicolò, ha regalato un’infusione d’amore LGBT che si è sparsa a macchio d’olio tra il pubblico del web, come a simboleggiare che l’amore, in tutte le sue sfumature, è pur sempre amore. E SKAM Italia lo ha fatto con dolcezza, con affabilità e una punta di erotismo che non ha di certo guastato l’appetito. Sta di fatto che, in quanto ad interazioni, la storia di Martino è stata più apprezzata rispetto a quella di Eva. Eletto come “must watch” dell’anno, lo show che è disponibile su Tim Vision (condiviso inoltre nella stessa modalità della serie originale), è uno dei remake televisivi più riusciti di sempre.
Una terza stagione è già in fase di realizzazione. La protagonista sarà Eleonora e il debutto è previsto per la primavera di quest’anno.
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