La sindaca Appendino riconosce le famiglie gay e la loro facoltà di crescere dei figli.
La prima cittadina di Torino Chiara Appendino ha deciso di procedere alla trascrizione degli atti di nascita di tutti i bambini figli di coppie omogenitoriali che ne fanno richiesta.
La sindaca ha dichiarato su Facebook che “per la prima volta la città si trova dinnanzi a casi inediti di nuove forme di genitorialità che richiedono del tutto legittimamente il riconoscimento di quella che per loro è una famiglia, intesa come luogo fisico ed emotivo in cui due o più persone si amano e costruiscono insieme il futuro proprio e dei propri figli”.
L’illustre rappresentate 5 stelle da così uno smacco alla presidentessa del Senato Elisabetta Casellati che nel suo discorso al Senato aveva detto in merito alle coppie omosessuali che “la famiglia non è un concetto estensibile. Lo Stato non può equiparare matrimonio e unioni civili, né far crescere un minore in una coppia che non sia famiglia. Le diversità vanno tutelate ma non possono diventare identità, se identità non sono”.
La decisione dell’Appendino è stata accolta positivamente da Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, il quale dichiara che: “la decisione assunta dalla sindaca di Torino Chiara Appendino di procedere alla trascrizione degli atti di nascita di tutti i bambini figli di coppie omogenitoriali che ne fanno richiesta, è un segnale forte e importante, che si unisce a quello di altri sindaci coraggiosi e al quale rivolgiamo il nostro plauso”.
Il vertice di Arcigay poi però continua asserendo che “ora però è necessario che questo riconoscimento sia portato in Parlamento, dove il M5S, di cui Appendino è illustre e stimata rappresentante, può contare su numeri importanti. La questione non può rimanere circoscritta nella discrezionalità dei Comuni, rendendo l’Italia un territorio a macchia di leopardo proprio su un tema delicatissimo come i diritti dei minori. La legislazione che regola il diritto di famiglia va cambiata, e adeguata alla reale situazione dell’Italia di oggi con le sue molteplici forme famigliari. Fino a quando questo problema non sarà affrontato e risolto, continueranno ad esserci bambini di serie A e di serie B, e queste è un’intollerabile ingiustizia”.
Giovanni Blasi