I ricercatori dell’Università del Queensland in Australia hanno trovato delle correlazioni tra chi registra un basso quoziente di intelligenza e chi esprime opinioni prevenute e bigotte. Nello specifico, questa connessione è la prima a mostrare una visione d’insieme tra capacità cognitive e omofobia.
Lo studio, pubblicato su Intelligence, ha analizzato un campione di 11.564 australiani esaminando i dati emersi nel 2012 da un sondaggio di HILDA (Household, Income and Labour Dynamics in Australia) che tracciava il benessere personale ed economico del Paese. Sulla base dei dati in possesso, i ricercatori sono stati in grado di valutare l’intelligenza cognitiva.
I ricercatori hanno poi esaminato un sondaggio di HILDA del 2015 che chiedeva ai partecipanti in che misura erano d’accordo o in disaccordo con l’affermazione: “le coppie omosessuali dovrebbero avere gli stessi diritti delle coppie eterosessuali”.
Così confrontando i dati emersi da entrambe le ricerche, hanno scoperto che quanto il livello di intelligenza cognitiva di una persona è basso quanto è più probabile che sia omofoba.
“Questo documento si aggiunge alle conoscenze esistenti fornendo le prime analisi delle associazioni tra capacità cognitive e atteggiamenti verso le questioni LGBT+. Individui con basse capacità cognitive hanno meno probabilità di sostenere la parità dei diritti per le coppie dello stesso sesso. I nostri risultati suggeriscono che le capacità cognitive svolgono un ruolo critico, anche se sottovalutato, nel pregiudizio. Di conseguenza, raccomandiamo una maggiore attenzione verso le capacità cognitive nella ricerca sul pregiudizio e una migliore integrazione delle capacità cognitive nei modelli di pregiudizio”.