Sigma Epsilon and X (S.E.X.) alla ricerca della libertà intellettuale e fisica, dal 3 novembre per la prima volta a Milano all’interno della Vetrina contemporanea al Pacta Salone
Sigma Epsilon and X (S.E.X.) dal 3 al 5 novembre 2017 al Pacta Salone di Milano in prima milanese. Scritto e diretto da Salvo Valentino, anche interprete con Pietro Cucuzza, una produzione CTS Centro Teatrale Siciliano in collaborazione con Agedo Catania e Milano. Un viaggio metaforico tra verità e finzione nella spasmodica ricerca della libertà intellettuale e fisica.
Sigma, Epsilon e X sono i nicknames di tre personaggi che si ritrovano apparentemente per un incontro di sesso via internet: Sigma, vende il suo corpo a uomini e donne; Epsilon è un ispettore di polizia in incognito chiamato a investigare sul misterioso omicidio di un certo Leandro Dresner, trovato ucciso con 23 coltellate.
I protagonisti, in una scena essenziale, grigia con due sedie e un mobile rossi come i bicchieri e la bottiglia e animata da video proiezioni; si ritrovano, in un susseguirsi veloce di sette sequenze, in quella che viene chiamata la “scatola dei desideri” per un appuntamento con il loro destino. Ma su di loro incombe una inquietante presenza: X.
“Sigma Epsilon and X è un’opera che nasce dopo mesi di lavoro e riflessioni, – spiega l’autore Salvo Valentino – sull’onda di una necessità emotiva, di un’urgenza di comunicazione, sul bisogno di crescita professionale ma anche umana. In una indagine poliziesca è nascosta, come in una scatola cinese, in un continuo rimando di verità e finzioni; la ricerca psicologica di due uomini così lontani caratterialmente e anche anagraficamente, ma paradossalmente tanto vicini da cambiare per sempre le loro vite”.
La chiave di lettura di S.E.X.
«Messa in scena di un processo di identificazione e sdoppiamento dell’io che spezza l’univoca rappresentazione di tipo verista. Questa ci è parsa la chiave di lettura per entrare nella “boîte à surprises” del teatro di Salvo Valentino, autore/regista/attore siciliano di indubitabile derivazione pirandelliana mixata con la lettura delle ormai leggendarie avanguardie italiane datate anni Sessanta/Settanta. Per quelli come noi che ne hanno conservato la memoria, la performance di Valentino ci riporta alla messa in scena dello spettacolo Pirandello chi? di Memè Perlini, uno dei più potenti tentativi di smontare la drammaturgia con l’occhio interiore, potremmo dire visionario. Perché quello che il teatro può comunicare va oltre il campo delle apparenze, dominio dello sguardo ed entra in quello profondo della visione. Qui si agita il mondo misterioso e cangiante del doppio che sconvolge la presunta certezza di ognuno di noi».