In Russia, i cittadini sono stati chiamati alle urne per votare un referendum che comprendeva più di 200 emendamenti costituzionali. Fra questi uno era dedicato al matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Nello specifico, nei 7 giorni di consultazione più del 70% dei russi ha votato sia a favore dell’annullamento dei due anni consecutivi di mandato presidenziale, dando via libera al potere all’attuale presidente Putin fino al 2036, sia a favore della nozione che definisce il matrimonio esclusivamente come l’unione fra uomo e donna.
Come noto, la Russia non è un paese gay friendly; non ha una grande legislazione in materia di diritti LGBTQ+ che tutt’oggi risultano quasi inesistenti. Anche se l’omosessualità è stata legalizzata dal 1993, spesso la comunità è costretta a subire violenze, discriminazioni e a nascondersi. Ora, l’ennesimo colpo.
A riguardo si è espresso il presidente di “Human Rights Campaign”, Alphonso David: “La Russia sta triplicando i suoi attacchi verso i diritti umani fondamentali e verso la dignità delle persone LGBTQ aggiungendo divieti costituzionali contro l’uguaglianza matrimoniale. Putin e la sua amministrazione hanno usato brochure propagandistiche promettendo il ritorno ai valori tradizionali della famiglia e usando il matrimonio tra persone dello stesso sesso come un cattivo esempio per far approvare il suo malvagio programma. È vergognoso, manipolativo e dannoso”.