Riverdale in poco meno di due anni è diventato un vero e proprio fenomeno di costume. La serie tv americana ispirata ai fumetti di “Archie Comics” e disponibile qui in Italia su Netflix e Infinity, è andata ben oltre il mero intrattenimento. È un prodotto di alto profilo che, con i suoi pro e contro, ha avuto la sagacità di approfondire vita, morte e miracoli della gioventù di oggi. É una serie gender free che non dimentica di scandagliare l’ambiente LGBT contemporaneo, e il suo successo e tale perché parla e comunica con un linguaggio fresco e deciso.
Rivederle è il nome della cittadina in cui i protagonisti tra, compiti a casa e baci rubaci, affrontano i problemi quotidiani. Protagonista è Archie Andrews, il belloccio di turno. Scapestrato e rubacuori, coltiva il sogno dello sport e della musica. È il miglior amico di Juggy Jones, il nerd della situazione. Lui è un aspirante scrittore, ha il fiuto da detective ed è uno dei Serpents, una banda che si muove nel sottobosco della città. Si lega sentimentalmente a Betty Cooper, aspirante giornalista e adorabile ficcanaso; è migliore amica di Veronica, la “New York Girl”, e di Kevin, ragazzo gay apertamente dichiarato. Quando il giovane Jason Blossom, fratello della libertina Cheryl, viene trovato morto in circostante misteriose, su tutta la cittadina di Riverdale cala il velo del sospetto. Il mistero scoperchia un audace Vaso di Pandora che sconvolge le vite di tutti i protagonisti.
Anche se la serie non nasconde tutte le caratteristiche di un drama di formazione vecchia scuola, colpisce per determinate particolarità. Ha una storia fresca e decisa, capace di catapultare lo spettatore in un vortice di colpi di scena senza fine; non ha un target di riferimento ben preciso, dato che c’è spazio sia per un racconto teen che per una storia trans-generazionale; le atmosfere sono tese e asfissianti, gli occhi languidi, i cuori palpitanti, i fisici da copertina (e che fisici!), e c’è un uso massiccio dei social network, caratteristica unica e indistinguibile che avvicina un po’ di più alla realtà le storie dei personaggi.
E poi in Riverdale c’è una forte e ben marcata attenzione alla componente LGBT. Non esistono problemi di accettazione tra i protagonisti della vicenda, perché il significato di essere omosessuali, oggi e nel 2019, viene veicolato con una tale normalità che le sue problematiche si fondono alla storia in maniera perfetta. Si focalizza l’attenzione sia sull’omosessualità maschile che femminile, senza giri di parole e senza peli sulla lingua, raccontando la realtà dei fatti. È una serie gender free proprio per questo: non pone obbiettivi, racconta i fatti così come dovrebbero essere. In periodo in cui l’omosessualità viene vista ancora come una malattia,sono ben volute produzioni come Riverdale. Grazie alla fiction, si permette di portare alla luce storie di vita vissuta.
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