Dopo quasi quattro anni dalla prima edizione televisiva di “Sogno e son desto”, andata in onda su Rai 1 con uno share da capogiro, Massimo Ranieri continua a sbancare ai botteghini teatrali con il suo ultimo spettacolo.
In scena in questi giorni a Milano, al Teatro Nuovo, con “Sogno e son desto . . . . in viaggio” Ranieri torna nella città meneghina, dove esordì sotto la regia di Giorgio Strehler, con i suoi cavalli di battaglia e non solo.
Tra applausi e cori da stadio, che pochi artisti teatrali oggi possono vantare, Ranieri ripercorre la sua lunga carriera musicale e teatrale spaziando tra generi musicali diversi.
Classici della musica partenopea, come “Marenariello” scritta alla fine dell’Ottocento, e del cantautorato italiano, monologhi, prosa popolare e poesia contemporanea sono solo alcuni degli ingredienti per due ore d’intrattenimento musico – teatrale coinvolgente e degno dell’avanspettacolo d’altri tempi.
Nel nuovo spettacolo, ideato da Gualtiero Peirce e Massimo Ranieri, brani celebri di cantautori italiani ed internazionale: Luigi Tenco, Charles Aznavour, Pino Daniele, Lucio Battisti, Francesco De Gregori, Domenico Modugno e naturalmente non mancano i suoi più noti brani come Perdere l’amore, Erba di Casa mia, Rose Rosse e Se bruciasse la città. Magnifica interpretazione del celebre brano del 1971 “Quello Che Si Dice” di Charles Aznavour in cui si racconta la vita di un omosessuale in anni in cui l’omosessualità era ancora un tabù.
Ranieri non manca di trattare tematiche molto attuali attraverso poesia e musica del passato, dimostrando come alcune di queste siano rimaste immortali nel tempo. Dalle riflessioni sulla vita dell’uomo, recitando il “Discorso all’umanità” di Seneca, fino a Prezzolini con “I furbi e i fessi” in cui descrive un Italia del passato, ma ancora così attuale. Non mancano, infine, l’umorismo e i racconti di vita personale, l’ingrediente fondamentale per garantire un pieno coinvolgimento del pubblico.
Ranieri, oggi sessantaseienne, si è dimostrato in piena forma, cantando e recitando per oltre due ore ininterrotte anche disteso o facendo letteralmente “le flessioni”. Un’ emozione continua e instancabile, assolutamente da non perdere.