Tutti e i dati e le tendenze del turismo Lgbt in Italia, dalla ricerca di AITGL presentata ad Expo turismo Gay.
Che il turismo Lgbt in Italia fosse una realtà in continua crescita non si avevano dubbi, soprattutto dopo l’approvazione delle Unioni Civili. La novità è che ora, grazie alla ricerca presentata ad Expo Turismo Gay da Sonders&Beach in collaborazione con l’Aitgl – Associazione Italiana Turismo Gay & Lesbian, è possibile quantificarne il suo fatturato che ammonta a 2,7 miliardi. Un dato che acquista ancora più valore se si tiene conto che comprende solo quei 3 milioni di italiani che hanno dichiarato di essere omosessuali, e non l’intera comunità.
Dai dati si può tracciare una sorta di identikit del turista Lgbt. Possiede una laurea (24%), è un libero professionista (14%) o dirigente (9%) e ha uno stipendio compreso tra i 1500 e i 300 euro (41%).
In quanto alle destinazioni preferite per il turismo Lgbt, il 51% sono italiane, con Roma in testa alla classifica (17%), seguita da Milano (13%) e Napoli (7%). Per quanto riguarda gli altri paesi europei la Spagna con il 26%, si piazza davanti a Francia (14%) e Grecia (11%). Mentre per le città Parigi (12%) e Barcellona (11%) superano Londra (8%), Ibiza (5%) e le storiche capitali del turismo gay Mykonos e Sitges.
I dati cambiano quando si chiede di valutare la percezione di meta gay-friendly ideale, ovvero la città più tollerante. In questo caso la prima città italiana diventa Gallipoli con l’8%, ma Barcellona (30%) e Mykonos (29%) la fanno da padrone, davanti a San francisco, Canarie e Londra (15%), Sitgets (12%) e New york (11%).