In Polonia, gli studenti dell’Università della Slesia di Katowice, hanno subito ore e ore di brutali interrogatori dopo aver presentato un reclamo ufficiale contro una professoressa chiaramente omofobo e antiabortista.
Secondo il “Center for Monitoring Racist and Xenophobic Behaviors” gli studenti sono usciti dai duri interrogatori in lacrime e sotto shock. Il centro ha infatti scritto: “Sembra un provino per intimidazioni, non normali attività di applicazione della legge. Ufficialmente, gli studenti non sono stati informati per quale motivo sono stati chiamati a testimoniare. Tutto quello che sanno è che questo ha a che fare con la denuncia che gli studenti hanno presentato alle autorità universitarie contro il Dott.ssa Ewa Budzyńska”.
La denuncia presentata accusava la Dott.ssa Ewa Budzyńska, nonché professoressa associata di sociologia all’Università della Slesia, di promuovere tramite le sue lezioni l’omofobia, l’antisemitismo, informazioni incompatibili con la moderna conoscenza scientifica e idee cattoliche radicali. In particolare, affermava che una famiglia normale è composta sempre da uomo e donna e che gli studi di genere, inclusi quelli sull’accettazione delle identità transgender, sono un’ideologia comunista. La Budzyńska affermava anche che l’aborto è un omicidio e la contraccezione antisociale.