La multinazionale IKEA ha licenziato un dipendente per non aver aderito alla campagna promozionale LGBTQ+ citando la Bibbia.
L’azienda, forte sostenitrice dei diritti LGBTQ+, in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transobia, aveva invitato i proprio dipendenti a celebrare e sensibilizzare l’orgoglio LGBTQ+.
L’uomo, nominato dai media locali Tomasz K., si è rifiutato di aderire alla campagna perché contraria ai suoi ideali cattolici. Infatti, in risposta all’articolo “Including LGBT+ is the obligation of all of us” inviato ad ogni dipendente della filiale, Tomasz K. ha citato alcuni versi biblici.
Scriveva: “l’accettazione e la promozione dell’omosessualità e di altre deviazioni è una fonte di scandalo. Sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare (Matteo 18,6)” – e ancora – “Se uno ha con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna, ambedue hanno commesso cosa abominevole; dovranno esser messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro” (Levitico 20,13).
Così dopo l’inutile sollecitamento dell’azienda alla cancellazione del commento, Tomasz K. è stato licenziato in tronco.
In questo momento IKEA si trova nel pieno di una bufera. L’ex dipendente, rappresentato dalla fondazione “Ordo Luris”, ha intentato una causa contro la multinazionale per licenziamento senza giusta causa e discriminazione per motivi religiosi sul posto di lavoro.