Il governo norvegese ha introdotto, in coordinamento con le Nazioni Unite, un programma triennale, che da la priorità, durante il trasferimento da un paese di asilo ad un altro, ai rifugiati LGBTQ+ per un reinsediamento permanente. La priorità è da intendersi sia come gruppo che come singolo individuo.
La decisione è stata presa dopo che, con lo scoppio della pandemia mondiale da coronavirus, la Norvegia ha dovuto interrompere l’insediamento internazionale di molti rifugiati.
A riguardo, il sottosegretario di Stato, Grounds Kreek Almeland, ha dichiarato in un comunicato stampa: “Purtroppo, in molti paesi, non si è così liberi di amare chi si vuole. In quasi 70 paesi l’omosessualità è un reato penale e coloro che violano le leggi in materia di genere e sessualità possono essere soggetti a persecuzioni e discriminazioni nel loro paese di origine. Ora stiamo cambiando le linee guida per lavorare sul trasferimento dei rifugiati in modo da dare la priorità alle persone queer”.
Il nuovo programma si applicherà solamente al trasferimento di persone segnalate dall’Alto commissario dell’ONU per i rifugiati e trasferite per un insediamento permanente in Norvegia. Quest’ultima si impegnerà ad accogliere una quota variabile di 3.000 rifugiati all’anno.