Da giovedì 13 a sabato 15 ottobre 2022 all’Off Topic di Torino arriva a teatro il New Queer Cinema, un’iniziativa che rientra nel progetto Queer Picture Show della regista e artista visiva Irene Dionisio e della drammaturga Francesca Puopolo.
Il New Queer Cinema verrà raccontato con i linguaggi del digitale del Premio Ubu Giovanni Anzaldo con estratti rivisitati di pellicole cult e una drammaturgia che faranno dialogare pubblico e palcoscenico in tempo reale, attraverso uno storytelling interattivo. Fra queste si va da Gus Van Sant a Todd Haynes, da Derek Jarman a Bruce LaBruce.
A riguardo Irene Dionisio ha dichiarato: «Una sfida – quella di raccontare il cinema attraverso il teatro – accettata dall’intero team dello spettacolo – composto da drammaturghi, artisti multimediali, programmatori e musicisti con grande entusiasmo. Il racconto cinematografico diviene gesto, parola e a volte scenografia, muovendosi – tra discipline – senza formule e pregiudizi. Un grandissimo onore debuttare al Festival delle Colline Torinesi».
New Queer Cinema: di cosa si tratta
Per New Queer Cinema si intende quella corrente cinematografica che – tra la metà degli anni ’80 e i primi ’90 del Novecento ha mobilitato la comunità LGBTQI+ attorno a una serie di titoli e d’autori, cementandone l’identità. In quella fervida stagione, si è assistito al proliferare di produzioni indipendenti e festival a tematica omosessuale.
La regia di Irene Dionisio racconta tutto questo nella forma di una performance multimediale, con un narratore d’eccezione che si muove in un caleidoscopio visivo tra estratti delle pellicole dei maggiori autori del periodo, realizzando una serie di «fotografie dinamiche» del fenomeno New Queer Cinema.
Ogni replica sarà unica e irripetibile. A ogni avanzamento della storia, il narratore, Giovanni Anzaldo, potrà contare sul supporto del «sistema computazionale» per assumere i comportamenti del pubblico e avrà accesso a una serie di contenuti (audio e video) con i quali costruire all’istante una fotografia del Queer Cinema.
La trama
Orlando, il protagonista, accompagna il pubblico alla scoperta del New Queer Cinema e dell’universo LGBTQI+. Orlando è l’unica figura in scena ma non è solo. A sostenerlo c’è DoppioGioco che è tecnologia e personaggio. Una sorta di Intelligenza Artificiale che fa da trait d’union tra scena e pubblico e permette a Orlando di raccogliere i sentimenti della sala per utilizzarli nella narrazione scenica. Così, ogni sera Orlando e il pubblico daranno vita a una performance unica e irripetibile.
Orlando attraversa le epoche del movimento LGBTQI+, riflettendosi nell’immagine che viene riproposta dai maestri del Cinema Queer. Orlando non è né uomo, né donna, è la voce di tutti quei corpi non conformi che il senso comune cerca di sopprimere, di etichettare, di spiegare alla società. Attraverso il suo monologo, che riprende estratti dai più importanti autori della scena queer cerca il perché della propria esistenza.
DoppioGioco è software e giudice esterno con il compito di coinvolgere il pubblico. DoppioGioco chiede agli spettatori di “processare” le affermazioni fatte dal narratore e, a seconda degli umori del pubblico, lascia lo spettacolo procedere in una direzione piuttosto che in un’altra. DoppioGioco come Orlando dubita, riflette e si esprime, ma a differenza del personaggio si confronta con gli spettatori per un effettivo giudizio. Evolve passo a passo in censura, giudizio, paura, puritanesimo fino a liquefarsi in una app di incontri.