Dopo mesi Michele Bravi ha oggi rilasciato la prima intervista da quel maledetto 22 novembre
Da quel maledetto 22 novembre, quando Michele Bravi alla guida di una macchina noleggiata ha urtato la moto di Rosanna Colia poi morta sul colpo, il cantante si era preso del tempo per comprendere l’accaduto e tentare di perdonarsi. Non sappiamo se questo perdono sia avvenuto tuttavia oggi al Corriere Della Sera Michele ha deciso di rilasciare un’intervista alla giornalista Chiara Maffioletti all’interno della quale dichiara: “Le persone che mi sono state vicino in questo periodo mi hanno chiesto di tornare alla realtà. E io mi fido di loro”. Bravi confida che una delle principali paure che ha è quella di “fare la vittima” e dice: “davvero non voglio”. Noi tutti conosciamo il giovane ragazzo per essere una persona super social, che ama socializzare e quasi logorroica ma afferma che “Il rispetto per questa tragedia mi ha portato al silenzio. Tornare a parlare è strano: questa non è solo la mia storia. Non so. Sono sempre stato uno che parlava molto, il silenzio mi spaventava. Ho iniziato a scrivere canzoni proprio perché mi faceva così paura e preferivo riempirlo con le melodie che avevo in testa. Eppure sono stato mesi senza dire una parola”.
Il miracolo più grande
Il miracolo più grande in tutta questa storia per Michele è stata la vicinanza delle persone care malgrado tutto quello che è successo. A tale proposito ha detto: “No ed è stato il miracolo più grande. Ho scoperto di avere tanti porti sicuri che ignoravo. Mi hanno stupito tante cose che prima non vedevo e non so come facessi (gli occhi, già gonfi di lacrime dall’inizio, lo diventano ancora di più e il pacchetto di fazzoletti che stringe in mano, a questo punto, è finito, ndr.). Quando dico che sono stato in silenzio è perché veramente non riuscivo… non parlavo ma nemmeno sentivo più gli altri. Ero in un posto che non so descrivere e che spero di non rivedere più. Queste persone mi hanno fatto alzare dal letto, mi hanno portato da mangiare, fatto uscire di casa. Sono tornato un bambino e loro mi hanno rieducato a vivere”.
Michele ha deciso di tornare a vivere. Per lui uscire di casa dura.
“A un certo punto ti dimentichi di come è il mondo, anche di come è essere leggeri su tante cose. Anche uscire di casa ha un peso diverso: le persone care ormai sono la mia casa. Non so se le cose torneranno mai come prima, in questo senso. Però mi mancano le persone, tantissimo. Mi manca la gente. La voglia di incontrarla è ancora tanta. Sto muovendo i primi passi”
Alla domanda: Ora tornerà sui social?
“Cosa significa tornare? Il mio modo di comunicare sarà necessariamente diverso. Non è giusto parlare di cambiamento perché di solito quello ha un decorso temporale: per me è stato tutto improvviso. Per questo mi è difficile parlare di ritorno: io non sono sparito, sono solo rimasto in silenzio”.