Michelangelo Buonarroti è noto per essere stato, come Leonardo Da Vinci, uno dei più grandi artisti del Rinascimento. La sua vita personale, al pari di Da Vinci, è stata altrettanto affascinante quanto le sue opere d’arte.
Ha suscitato interesse e dibattito nel corso dei secoli, in particolare, l’orientamento sessuale di Michelangelo. La questione se fosse gay o meno è stata al centro di numerosi studi ed analisi delle sue opere, e anche delle poesie da lui scritte.
In questo articolo, esploreremo la vita di Michelangelo, le sue relazioni e i suoi capolavori più celebri alla luce del dibattito sul suo orientamento sessuale, cercando di comprendere meglio l’uomo dietro l’artista e il contesto storico e culturale in cui viveva. Esploreremo anche le sfide che Michelangelo Buonarroti ha affrontato nella sua vita personale e professionale, e come la sua autenticità, la sua passione per l’arte abbiano lasciato un’eredità duratura.
Cenni biografici
Michelangelo Buonarroti (1475-1564) è una figura iconica del Rinascimento italiano grazie alle sue straordinarie opere d’arte e al suo talento multidisciplinare come scultore, pittore, architetto e poeta.
Nato a Caprese, in Toscana, Michelangelo crebbe a Firenze dove ebbe l’opportunità di studiare sotto la guida di eminenti artisti del tempo e di immergersi nella cultura umanistica, grazie all’invito, in particolare, di Lorenzo de’ Medici. In questo contesto, Michelangelo fu introdotto all’arte classica e alle sculture antiche, che influenzarono profondamente il suo stile e la sua concezione dell’arte. Inoltre, ebbe modo di studiare con alcuni dei più grandi intellettuali del Rinascimento, come il filosofo neoplatonico Marsilio Ficino e il poeta Angelo Poliziano.
Dopo la morte di Lorenzo de’ Medici nel 1492, Michelangelo continuò a lavorare a Firenze, sotto il patrocinio di altre importanti famiglie, come i Borgia e gli Strozzi. Nel 1496 si trasferì a Roma, dove ricevette importanti commissioni, tra cui la realizzazione della Pietà, una delle sue opere più celebri e ammirate. Negli anni successivi, Michelangelo alternò la sua residenza tra Firenze e Roma, lavorando a diverse opere d’arte e architettura di grande rilievo, come il David e, naturalmente, gli affreschi della Cappella Sistina.
Durante la sua vita, Michelangelo intrattenne diverse amicizie e relazioni, alcune delle quali suscitano ancora oggi dibattiti sulla sua sessualità. Tra queste, le più note sono quelle con Tommaso de’ Cavalieri e Vittoria Colonna, figure che influenzarono profondamente la sua arte e la sua poesia.
Nonostante le numerose speculazioni sulla sua vita privata, Michelangelo rimase una figura enigmatica e riservata, celando gran parte della sua vita personale dietro il velo della sua arte straordinaria.
Un ribelle fin dall’inizio
Michelangelo fu un ribelle sin dalla sua giovinezza. Cresciuto in una famiglia aristocratica, sfidò sin da giovane suo padre rifiutando di imparare il latino e accettando l’invito di Lorenzo de’ Medici a vivere a Palazzo Medici, dove ricevette la migliore educazione umanistica disponibile in Europa.
La sua decisione di diventare uno scultore – o “scalpellino”, come lo chiamava suo padre – sconvolse Ludovico Buonarroti, poiché gli aristocratici non erano soliti dedicarsi a tale mestiere.
Michelangelo non si lasciò scoraggiare dalle aspettative della famiglia e divenne uno dei più grandi scultori, pittori, poeti e architetti della storia.
Michelangelo gay? L’amore per Tommaso de’ Cavalieri
A trent’anni, Michelangelo si innamorò di un affascinante giovane aristocratico, Tommaso de’ Cavalieri, a cui dedicò alcune delle più potenti poesie d’amore mai scritte, con (non tanto velate) sfumature erotiche. Le lettere che Michelangelo mandò a Cavalieri, inoltre, divennero col tempo sempre più gelose e possessive, a differenza di quelle del ragazzo sempre più calde e remissive, che si comportava come una sorta di “dama corteggiata”.
Quello che possiamo affermare con certezza è che Michelangelo e Tommaso ebbero una corrispondenza proficua, fatta di stima e affetto reciproco. L’artista inviò disegni importanti, per i quali chiese spesso a Tommaso un feedback. Tra questi spiccano “Il ratto di Ganimede”, “Il tormento di Tizio”, “La caduta di Fetonte” e “Il baccanale di fanciulli”.
Persino il duca Cosimo I scrisse a Tommaso per convincere Michelangelo a fornirgli almeno un’opera.
Tuttavia, non sembra che Michelangelo e Tommaso de’ Cavalieri abbiano mai avuto una vera relazione romantica. Fu, piuttosto, una relazione platonica, forse a causa della differenza di età tra i due: aveva 23 anni Tommaso quando incontrò il 57enne Michelangelo durante un suo soggiorno a Roma.
Secondo analisi attuali delle opere di Michelangelo, Tommaso Cavalieri potrebbe essere stato il modello per alcune delle opere d’arte più famose di Michelangelo, incluse alcune figure presenti nell’imponente affresco “Giudizio Universale” per la Cappella Sistina.
Tommaso, che ebbe una moglie e dei figli, rimase a fianco di Michelangelo fino alla sua morte.
Michelangelo si innamorò anche di una donna, Vittoria Colonna. Anche a lei dedicò molte di queste opere, molte delle quali sono andate perdute nel tempo o sono di difficile attribuzione. Ciò che ci rimane oggi sono alcuni disegni preparatori realizzati dal grande artista, tra cui spiccano la Pietà per Vittoria Colonna e la Crocifissione.
L’amore sia per un uomo sia per una donna ci dimostra quanto la sessualità umana fosse molto più sfumata e complessa di quanto possano suggerire le definizioni contemporanee di “omosessuale” o “eterosessuale”.
Ad ogni modo, l’attrazione nei confronti delle persone dello stesso sesso nell’epoca di Michelangelo non era affatto accettata: i “sodomiti” venivano bruciati vivi. Michelangelo si trovò, quindi, di fronte a una scelta impossibile. La sua scelta era tra la morte e la mediocrità, ma rifiutò entrambe.
L’idealizzazione del corpo maschile nelle opere di Michelangelo
Nonostante Michelangelo abbia prodotto un’ampia varietà di figure nel corso della sua eccezionale carriera artistica, le sue opere più rilevanti ed audaci si focalizzano indiscutibilmente sulla figura maschile. Questa predominanza ha condotto molti a supporre che ciò possa essere una testimonianza della sua omosessualità.
Il celebre David di Michelangelo, ad esempio, è ritenuto uno dei suoi lavori più emblematici e raffigura un giovane idealizzato, modellato con grande cura e precisione nei dettagli, che mette in luce la profonda conoscenza dell’artista riguardo al corpo maschile nudo. In modo simile, nel soffitto della Cappella Sistina, Michelangelo pone un’enfasi particolare sui nudi maschili, che ha ritratto con maestria come figure atletiche, eleganti e muscolose.
In particolare, nella decorazione della volta della Cappella Sistina, Michelangelo introdusse un insieme di 20 figure maschili nude denominate “Gli Ignudi”. La presenza di queste figure giovani e atletiche, raggruppate a quattro a quattro, non sembra avere alcun nesso diretto con i temi biblici dei dipinti, e non trova riscontro in precedenti affreschi. Ciò ha indotto molti a riflettere sul significato che l’artista intendesse attribuire a tali figure: potevano essere angeli che assistevano alle vicende narrate oppure rappresentazioni di uomini idealizzati, che esprimevano i desideri più intimi dell’artista?
Alcuni, infine, ritengono che Michelangelo, anche quando dipingeva donne, facesse ricorso a modelli maschili come riferimento. Questa ipotesi è avvalorata dall’aspetto fisico delle donne presenti nel soffitto della Cappella Sistina, con una conformazione robusta e muscolosa e braccia vigorose, e dalle sculture in marmo della Cappella Medici, i cui corpi sembrano esibire tratti distintivi di muscolatura pettorale sviluppata.
La sfida alle convenzioni dell’epoca
Quello che è certo è che Michelangelo, qualsiasi cosa si dica sul suo riguardo, non permise alle convenzioni dell’epoca di soffocare la sua natura più profonda. Quando si innamorò di Tommaso de’ Cavalieri, non solo scrisse per lui intense poesie erotiche, ma le pubblicò. Quando papa Giulio II gli chiese di dipingere il soffitto della Cappella Sistina, non solo trasformò la cappella in una delle stanze più famose della Terra, ma l’affrescò con venti enormi uomini nudi, di cui non si trova traccia nelle Scritture.
Questo gigantesco atto di sfida risuona nei secoli e dimostra l’audacia e il coraggio di Michelangelo nel seguire la sua verità personale.
Sebbene molti abbiano speculato sulla sessualità di Michelangelo, la verità è che non lo sapremo mai veramente. Michelangelo era una figura coraggiosa che ha sfidato le convenzioni del suo tempo per seguire la sua passione per l’arte e per vivere autenticamente. Le sue opere d’arte e la sua vita personale sono un’espressione della sua indomita forza di volontà e del suo desiderio di esprimere la verità più profonda di sé stesso, lasciandoci un’eredità artistica e culturale che continua a ispirare e affascinare ancora oggi.