L’Islanda è uno dei Paesi più evoluti al mondo in materia di diritti LGBTQ+. L’omosessualità è legale dal 1940 e da quel momento, nel corso degli anni, si è sviluppata una vera e propria legislazione che tutela la comunità LGBTQ+, riconosce le coppie dello stesso sesso, le unioni civili, il matrimonio, il diritto di adottare, il diritto di cambiare sesso e l’accesso alla fecondazione artificiale.
L’Islanda rappresenta anche il primo paese a certificare la parità di retribuzione tra i generi.
Ciò nonostante, ancora oggi, i lavoratori gay hanno dichiarato di non sentirsi totalmente sicuri sul posto di lavoro. Per questo motivo, il Paese ha intenzione di introdurre un “certificato rainbow” da assegnare alle aziende che assumono personale appartenente alla comunità LGBTQ+, nonché un certificato che possa garantire la parità di trattamento tra i dipendenti di un’azienda.
A riguardo, Vilhjalmur Ingi Vilhjalmsson, presidente del Reykjavik Pride ha dichiarato a Bloomberg: “Vediamo che esiste la volontà di mostrare supporto ma questo deve andare più in profondità allo sventolare una bandiera arcobaleno una volta l’anno. La nostra visione è che le aziende potrebbero ricevere un certificato arcobaleno simile al certificato di pari retribuzione”.
Infatti, il Reykjavik Pride e la National Queer Organization vogliono linee guida sulle modalità di promozione della diversità nelle aziende e su come rendere il mercato del lavoro un luogo accogliente per tutti i tipi di persone. Ora il Ministero delle Finanze islandese ha accettato di testare tali linee guida nei suoi uffici.