Siete alla ricerca di libri gay per trascorrere queste fredde serate invernali? Allora abbiamo quello che fa per voi: “Santamariammare: nessuno si salva”, il primo libro di una collana di gialli LGBTQ+.
Libri gay, Santamariammare: nessuno si salva
Questa storia è come un puzzle amaro e divertente che a mano a mano si ricompone a costruire Santamariammare, città che non esiste, ma è il vivido ritratto di ogni provincia italiana, con la sua cattiveria ringhiosa, nascosta di sottecchi dietro persiane assolate, tra la bellezza del mare e l’ironia pirandelliana, manifesta nelle persone grottesche, pronte a occultare una violenza crudele, smodata e perpetua.
John Lennon auspicava un mondo senza religione, ma non è tanto la fede ad essere il pretesto per i mali universali, quanto sapere da che parte sta Dio.
Per Rosa Parrella, Fabrizio De Andrè e Papa Francesco è ben chiaro che sta dalla parte dell’amore. Anche l’amore tra un bizzarro commissario alla francese e un prete bello, come ce ne sono tanti nelle parrocchie italiane. Uomini puri, puliti, su cui si avventano le prefiche (altra tradizionale figura tutta nostrana) magari disposte a chiudere gli occhi su uno stupratore, ma pronte a additare un’inclinazione naturale di una creatura di Dio. È perché Dio, per loro, sta dalla parte opposta del Dio di Rosa Parrella, Fabrizio De André e di questo Papa incomprensibile ed eccessivamente moderno che si è voluto chiamare come il poverello di Assisi.
Tuttavia il prete non è il solo puro in questo sbriciolarsi narrativo fatto di fotografie continue. Nel teatro dei buoni troviamo Marisa, la prostituta. Non poteva mancare Bocca di Rosa, in questo racconto amaro sull’amore incompiuto.
Infine, tra i puri, anche la mamma mancata, vittima dello scandalo del figlio del peccato, altro classico della provincia italiana.
Violenze mute, perpetrate sempre in nome di quel Dio che si suppone sia dalla parte giusta.
È riduttivo quindi pensare a questo libro riferendosi al suo genere, il “Giallo”. Non è uno dei tanti libri gay in circolazione. Qui l’assassinio è, infatti, un sacrificio, assume una forma misterica, in quanto la purezza, la bellezza, il divino, l’esoterico ne sono protagonisti.
La capacità umana di distorcere il messaggio Divino, è quella che ci porta a non vedere chiaramente che Dio e non può essere dalla parte di chi lo chiama a pretesto per guerre, dalla parte delle prefiche e dei loro giudizi melliflui, dalla parte di chi strappa un bambino dal seno di una madre.
“Dio crea cose belle solo e unicamente per farci stare bene” ci dice il protagonista. “Siate Dio”. Amare, infatti, significa far star bene chi ci sta accanto, semplificargli la vita. Se siete d’accordo che Dio sta dalla parte dell’amore, sapete anche che non sempre trionfa. La coralità umana, come in un film di Almodovar o di Ozpetek, soffre da morire, attraversa giorni difficili e altri meravigliosi, ma alla fine, molto spesso, non si salva.
È proprio così, Margaret Mazzantini ci ha detto che da solo non si salva nessuno, ma Rosa Parrella è impietosamente vera – e incredibilmente audace – quando ci racconta che, anche assieme, in alcuni casi, salvarsi è molto complicato.