Un nuovo report di Open For Business, nato con la collaborazione di Deloitte e Herbert Smith Freehills, ha rivelato il motivo per cui l’inclusione LGBTQ+ è una componente importante della capacità delle imprese di operare a livello globale.
Nello specifico, la ricerca ha rivelato che sono due i fattori principali che influenzano la decisone delle persone LGBTQ+ nell’intraprendere viaggi di lavoro all’estero: le leggi in materia di diritti LGBTQ+ e la cultura LGBTQ+. Tali fattori hanno superato anche l’assistenza sanitaria e l’assicurazione.
In percentuale, gli intervistati, a cui era stato offerto un incarico internazionale, hanno dichiarato che sarebbero stati disposti a rifiutare un incarico di lavoro all’estero ora o in futuro per la mancanza di leggi LGBTQ+ (69%), di una cultura inerente le persone LGBTQ+ all’interno della società (62%) e per il disallineamento con le aspirazione di carriera (49%).
Così, i Paesi con livelli più elevati di accettazione LGBTQ+ sociale e legale hanno maggiori possibilità di attrarre lavoratori LGBTQ+ per incarichi internazionali e viaggi d’affari. Al contrario, i Paesi con livelli inferiori di accettazione LGBTQ+ sociale e legale hanno meno possibilità di attrarre lavoratori LGBTQ+.
Dal report di Open For Business è anche emerso che il 90% delle persone LGBTQ+ che hanno lavorato per un incarico internazionale, anche se fortemente disponibili a viaggiare, non hanno ricevuto in nessun momento dal proprio datore di lavoro le informazioni relative alle leggi o alla cultura gay del paese di destinazione. Solitamente le informazioni fornite riguardavano più che altro società e cultura in modo generico, assistenza sanitaria e assicurazione, finanza, tasse e cultura manageriale. Solo in percentuali irrisorie le informazioni riguardavano la cultura relativa alla religione (8%), le leggi LGBTQ+ (7%), la cultura inerente le persone LGBTQ+ (6%), il network LGBTQ+ (2%) e le leggi sulla religione (2%).
Per maggiori informazioni: https://open-for-business.org/working-globally-report