L’artista fiorentino si mette a nudo in un disegno oggi a Londra
Tra le opere dei primi manieristi fiorentini si trova un inconsueto autoritratto: è quello di Jacopo Carucci, detto il Pontormo (Londra, British Museum), nel quale l’artista si rappresenta nell’atto di ritrarsi in una posa sensuale indossando soltanto le braghe. La sua mano sinistra sta forse disegnando, mentre l’altra addita al di fuori del foglio, indicando se stesso, mentre si trova davanti ad uno specchio. Il disegno è ascrivibile al 1525 circa, in quanto si trova nel verso di uno studio preparatorio raffigurante due dei tre certosini per la pala della Cena in Emmaus (oggi agli Uffizi) che il pittore eseguì congiuntamente agli affreschi con le Storie della Passione per la Certosa del Galluzzo, dove si era temporaneamente trasferito per scampare alla peste nel 1523.
In questo gessetto rosso su carta, lo sguardo attento del Carucci pare accennare un sorriso coi tipici occhi esaltati delle figure pontormesche, rivelando l’immagine dell’artista che conosciamo grazie ad altri ritratti da lui eseguiti, come quello nelle vesti di Giuseppe d’Arimatea nella Deposizione per la Cappella Capponi in Santa Felicita a Firenze.
Il nudo del Pontormo è uno stupendo studio anatomico in una posa che il gesto dell’indicare rende ancora più enigmatica: il corpo sembra contenere una tensione di linee e masse tutta manierista, scaricata dal dito destro che indica verso lo spettatore. L’indice, vertice immaginario che emana le scolpite ondulazioni della descrizione corporea, sembra quasi teso con vanità.