Recentemente in Angola è stato raggiunto un grande traguardo per quanto riguarda i diritti LGBTQ+. È, infatti, entrata in vigore una nuova legge che depenalizza le relazioni tra persone dello stesso sesso, ribaltando una disposizione risalente all’era coloniale che vedeva le relazioni omosessuali come un “vizio contro natura”.
Le modifiche a tali disposizioni erano già state approvate dal Parlamento angolano nel gennaio 2019 ma firmate dal Presidente solo nel novembre 2020 e ora entrate ufficialmente in vigore. Durante lo scorso gennaio il Parlamento angolano ha adottato il suo primo nuovo codice penale da quando, nel 1975, ottenne l’indipendenza dal Portogallo, paese da cui aveva ereditato la disposizione.
La nuova legge, oltre a legalizzare l’omosessualità, proibisce anche la discriminazione in base all’orientamento sessuale. Chiunque rifiuti di assumere o fornire servizi a persone in base al loro orientamento sessuale ora rischia fino a due anni di carcere.
Secondo l’attivista Jean-Luc Romero-Michel, la mossa è “un grande passo in avanti” nella lotta sponsorizzata dallo stato contro la discriminazione nei confronti della comunità LGBTQ+.
La loi dépénalisant l’homosexualité adoptée en #Angola en 2019 a pris effet aujourd’hui.
? La discrimination sur la base de l’orientation sexuelle est désormais répréhensible et même passible de prison.
Une belle avancée pour les #DroitsHumains qui en appelle d’autres ???️? pic.twitter.com/lplesllEl5
— Jean-Luc Romero-Michel (@JeanLucRomero) February 9, 2021