L’AMORE AL DI LA’ DELLE GABBIE
Bisessualità, bifobia ed etichette: un giovane scrittore ci parla del suo primo romanzo appena uscito
Un amore che spinge due ragazzi a mettere in dubbio tutto quel che credevano di sapere su se stessi e la propria sessualità. È di questo che parla il mio romanzo, “Dentro, fuori e intorno alla gabbia” (Edizioni Croce, 2020).
I protagonisti sono Matilde e Gaetano, due giovani ragazzi omosessuali che si ritrovano alla Gay Troop, una fittizia associazione LGBT romana, luogo di incontri e dibattiti. Qui si conoscono e si detestano: lei, gentile e umile, si esprime sempre rispettosamente, senza mai offendere nessuno; lui, egocentrico e provocatore, con le sue opinioni sembra voglia ogni volta fomentare lo scontro. Un progetto della Gay Troop, associazione che incoraggia i membri a comprendere e calarsi in realtà lontane dalle proprie, li costringe a passare del tempo insieme: dovranno fingersi genitori etero per qualche settimana ed esporre agli altri riflessioni e problematiche riscontrate.
Stando l’uno vicino all’altra Gaetano capirà che Matilde non è la frigida bacchettona che immaginava e Matilde vedrà sotto la scorza del duro un ragazzo sensibile che troppe volte è stato ferito. L’attrazione fra i due nascerà lentamente. Saranno costretti a rivedere i contorni della propria identità sessuale e vivranno un conflitto esiziale: da un lato il sentimento, cui sarà facile abbandonarsi, e dall’altra la paura di venire scoperti da amici e famigliari rischiando di perdere tutto, di nuovo.
La “gabbia” del titolo non fa riferimento solo alle etichette legate all’identità sessuale, ma allude anche alle sottotrame: ci sono due storie di depressione e una relazione gay vissuta di nascosto e in modo violento. Ogni personaggio del romanzo vive dentro una gabbia ma i protagonisti, più coraggiosi, si sforzano più di tutti di rompere la loro.
La struttura del romanzo è di chiara ispirazione seriale. I telefilm sono una parte importante della mia vita, avendoli studiati e analizzati come critico, e come romanziere mi piace poterli omaggiare. Ci sono due linee temporali che corrono parallele per quasi tutto il libro: nella prima Matilde e Gaetano si conoscono alla Gay Troop, nella seconda Matilde e Gaetano stanno già insieme. Mi piaceva l’idea di spiazzare il lettore e scatenare la sua curiosità, spingerlo a leggere con voracità per sapere com’è che due ragazzi omosessuali che tanto si detestano finiscono per amarsi.
L’ispirazione per la storia mi è venuta da un telefilm e da un articolo online. Mi ha ispirato il telefilm “Hannibal” e come lo showrunner Bryan Fuller ha rappresentato la fluidità sessuale dei personaggi: nella serie nessuno è “etero” o “gay”, semplicemente Hannibal Lecter e Will Graham, che hanno avuto una relazione con Alana Bloom, si innamorano e Alana Bloom sposa Margot Verger, e tutto questo senza mai attribuirsi definizioni.
Nell’articolo online che mi ha ispirato, invece, una ragazza bisessuale raccontava come non solo si venisse discriminati dagli etero, ma qualche volta anche da membri della comunità LGBT. Quando stava con un uomo veniva chiamata “eterocuriosa“, quando stava con una donna “una lesbica fatta e finita“. La bifobia, checché se ne dica, è reale: nella società in cui viviamo, dominata dai social e dal bisogno di semplificare tutto quello che appare complesso, si deve sempre venire ricondotti a un’etichetta, non sopportiamo ciò che sfugge alle nostre logiche e alla nostra comprensione, e pertanto lo denigriamo. Col mio romanzo ho cercato di rappresentare un punto di vista diverso, di dare voce a chi spesso sui media non ne ha. Spero di aver reso loro giustizia.
Ho avuto la fortuna di trovare un editore coraggioso che ha scommesso e investito su di me e su questa storia. Ora la prova più importante: quella coi lettori.
di Andrea Cinalli