Un viaggio emozionante alla scoperta della transizione di genere attraverso gli occhi di una madre e di un figlio: questo è “La madre di Eva”, lo spettacolo teatrale diretto e interpretato da Stefania Rocca che chiude il sipario a Milano e lo riaprirà a Roma, precisamente nelle seguenti date: il 27 e 28 marzo al teatro Parioli e l’11 e 12 aprile all’Auditorium Parco della Musica.
Ispirato al romanzo omonimo di Silvia Ferreri, finalista del Premio Strega 2018, lo spettacolo racconta la storia di un ragazzo nato in un corpo femminile che decide di intraprendere un percorso di transizione per sentirsi finalmente libero e sereno. La madre del ragazzo, nella sala d’attesa di una clinica, ripercorre insieme a lui il loro rapporto fatto di difficoltà, pregiudizi, ma anche di amore e comprensione.
Attraverso un dialogo profondo e toccante, madre e figlio cercano di superare le barriere culturali e generazionali che spesso impediscono la comunicazione tra le persone, riscoprendo il valore dell’ascolto, dell’accettazione e dell’amore in tutte le sue forme.
Ad affiancare Stefania Rocca sul palcoscenico ci saranno Bryan Ceotto e Simon Sisti Ajmone, due giovani attori transgender che con la loro interpretazione autentica e coinvolgente danno voce alla realtà, spesso invisibilizzata, di chi vive sulla propria pelle la transizione di genere.
Stefania Rocca, per la realizzazione de “La madre di Eva”, è stata sostenuta con grande passione da diverse associazioni LGBTQIA+, medici, psicologi, genitori e parenti di ragazzi che sperimentano un’ “incongruenza” di genere, realizzando un progetto ancora più vicino alla realtà delle persone coinvolte.
Non perdere l’opportunità di assistere a “La madre di Eva”, uno spettacolo intenso e commovente che tocca il cuore e l’anima, aprendo la strada a una maggiore comprensione di tutto ciò che riguarda le identità di genere non binarie e le persone transgender.
Una breve definizione di transizione ed identità di genere
La transizione di genere è il percorso che molte persone transgender intraprendono per portare il proprio corpo e la propria espressione di genere in linea con la loro identità di genere, diversa da quella assegnata alla nascita.
La transizione (che non è uno step a cui tutte le persone trans* ricorrono necessariamente) può includere interventi medici come la terapia ormonale e la chirurgia di riassegnazione del sesso, ma anche il cambiamento del nome, dell’abbigliamento e dei pronomi utilizzati per riferirsi alla persona.
Qual è il contributo che può dare una famiglia per aiutare i propri figli nella transizione di genere?
Le famiglie possono svolgere un ruolo fondamentale nell’aiutare i propri figli nella transizione di genere. Innanzitutto, è importante che i genitori si informino sulla realtà delle persone transgender e sulla transizione di genere per comprendere meglio le esigenze e le difficoltà de* propr* figl*. Inoltre, le famiglie possono offrire un supporto emotivo e pratico, ad esempio aiutando nella scelta del nome (il cosiddetto “nome di elezione”), sostenendo la partecipazione del proprio figlio/a a gruppi di sostegno ed associazioni trans*, e difendendo con forza ə propr* figl* dal bullismo e dalla discriminazione.
La comunicazione aperta e il dialogo tra genitori e figli possono favorire un’adeguata comprensione reciproca e promuovere un clima di accettazione e di amore in famiglia.