A metà dicembre 2020 Il MIBACT ha comunicato la favolosa scoperta avvenuta durante gli ultimi scavi di Pompei: il Termopolio, una sorta di street food romano, molto ben conservato, sia per la qualità delle decorazioni che dei graffiti. In particolare, addirittura sono stati rivenuti resti di cibi e di bevande, consolidati a causa della colata lavica che investì la città nel 79 d.c. Lo scavo nell’area denominata ‘Regio V’ sta riportando alla luce inediti inaspettati ed in stato di conservazione sorprendente, come le decorazioni del termopolio, che riportano una nereide a cavallo ed animali dai colori accesi.
Sul lato più corto del bancone, il nome dell’esercizio e raffigurazioni di nature morte, quali animali venduti nel locale. Al di sopra di queste, un’iscrizione: Nicia cinaede cacator (ossia Nicia, cinedo cacatore).
È possibile che essa sia una presa in giro nei confronti di un lavoratore di origine greca, lavorante nella distribuzione di cibo. In effetti, sono numerose le iscrizioni pompeiane che riportano riferimenti alla sessualità attiva o passiva, verso femmine o maschi indifferentemente: di frequente si trova scritto il verbo ‘pedicare’(sodomizzare) su alcune case pompeiane, a riprova che in quei luoghi si praticasse la prostituzione o vi abitassero uomini considerati effemminati, quindi sessualmente passivi.
Gli scavi continuano, con lo scopo di far riaffiorare l’intera città di Pompei e, con essa, gli usi, i costumi di un popolo che può raccontare molto sull’interpretazione della storia greco-romana: una revisione che potrà condurre a scoperte inaspettate.