Ogni giorno una curiosità per riscoprire aspetti inconsueti di una delle città più belle del mondo
A Firenze sono i dettagli che incantano. Non solo il David di Michelangelo o Donatello, Santa Maria Novella, La Primavera e La Venere di Botticelli agli Uffizi; si viene rapiti da particolari, mentre si raggiungono i capolavori.
Le madonnine di terracotta invetriata di Luca Della Robbia sotto i portici di pietra serena, le vetrine guarnite di scarpe perfette che vanno osservate come si fa con gli insetti su un fiore per trovarvi cuciture frutto di segreti secolari dell’artigianato. E poi i profumi di una schiacciatina al rosmarino con olio d’oliva della Val D’Orcia, mentre Brunelleschi e Giotto sono il set che fa da sfondo al nostro street food. Basterebbe l’Arno in sé a catturare il nostro sguardo per una giornata intera fermi sul Ponte Vecchio, se non ci intrappolasse, poco prima, una scultura di Donatello in una nicchia in mezzo alla via, fuori la chiesa di Ognissanti.
Così un fiorentino d’eccezione, Eugenio Giani, ha deciso di scrivere non una guida, ma un almanacco: “Firenze Giorno per Giorno“, per quelli che vogliono di più da questa città.
Ogni giorno ci racconta una cosa straordinaria.
Aprite l’almanacco e scoprite cosa combinavano al loro tempo nello stesso luogo su cui passate Lorenzo il Magnifico, Leonardo, Vasari, ma anche i protagonisti della storia quotidiana più recente come uno dei padri della moda, Ferragamo.
La Porta del Paradiso, probabilmente il più famoso bassorilievo del mondo sul Battistero, la troviamo subito, il 2 gennaio, con tutta la vicenda di Lorenzo Ghiberti, l’artista che la incise. Tuttavia pochi sanno che un giorno per godere del folklore fiorentino è il 24 giugno, festa di San Giovanni Battista, cui è consacrato il Battistero. A San Giovanni è dedicata una delle prime monete della storia moderna, il fiorino (dopo “Non ci Resta che Piangere” è famosissimo) recante il simbolo di Firenze, il giglio, e dall’altra parte il San Giovanni che regge la bilancia della giustizia, perché “San Giovanni ‘un vole inganni” detto dialettale che richiama il fatto che con i soldi ci vuole correttezza. Il 25 giugno a Firenze potete godere di una simbolica processione: carri allegorici con il Corteo degli Omaggi portato da autorità civili e religiose, mentre si sono perse le tradizioni del Palio dei Cocchi in Santa Maria Novella, una sorta di corsa di bighe, e la Corsa dei Barberi, gara tra cavalli nel centro. Si tiene invece il bellissimo torneo di calcio storico con le squadre rappresentative dei quattro quartieri cittadini. Lo spettacolo pirotecnico curato dalla società San Giovanni Battista immutata nei secoli. Negli ultimi anni si svolge anche una regata sotto Ponte Vecchio che attira molti giovani.
Apprezzata dai ragazzi anche la Festa della Rificolona, il 7 settembre. Ha il suo centro in Piazza Santissima Annunziata dove si trova l’omonima basilica. Si portano lanterne con forme varie. La Rificolona infatti è oggetto di tiro al bersaglio da parte di ragazzi armati di cerbottane. è una tradizione antica risalente a prima del 1500, la lanterna appare infatti anche in un affresco del Vasari a Palazzo Vecchio. L’origine è curiosa, i commercianti che arrivavano a Firenze per la festa dell’Annunciazione dell’8 settembre si fermavano di solito in piazza dell’Annunziata con le lanterne per riposarsi prima della fiera. Qui venivano presi in giro dai fiorentini e le contadine grosse e malvestite venivano chiamate “fierucolone”. Da loro deriva il nome della festa. oggi per questa festa l’Arno viene illuminato da tante barche con queste lanterne e ci sono rappresentazioni classiche in dialetto come “L’Acqua Cheta” di Augusto Novelli.
Il 6 gennaio viene ricordato un fattaccio: l’assassinio di Alessandro De Medici, figlio naturale di un Papa (Clemente VII) e di una domestica di colore. Sembra che fu la gelosia per un paggio del cugino Lorenzo, detto Lorenzaccio, il movente dell’omicidio. Ora lo sapete, colui che ha fatto edificare la Fortezza da Basso, fu ucciso dall’amore per un giovinetto.
Il 5 febbraio scopriamo tutto su Lo Spedale degli Innocenti, un capolavoro assoluto dell’architettura, opera perfetta del Brunelleschi. Il chiaroscuro, l’alternarsi tra luce e ombre del portico, l’equilibrio… pochi però sanno che Agata Smeralda fu la prima neonata abbandonata in quella data, e se non fosse stato sponsorizzato dagli imprenditori de l’Arte della Seta, questo edificio non esisterebbe.
Uno dei primi grandi viaggiatori di Firenze fu invece Giuliano De Medici. Se non lo avete mai fatto dovete soffermarvi sulla sua tomba. Le tombe medicee sono infatti tra le più belle opere di Michelangelo. Sculture magnifiche che mostrano l‘allegoria del Giorno e della Notte sulla tomba di Giuliano e del Crepuscolo e dell’Aurora su quelle di Lorenzo De Medici.
Se passate per via dei Serragli vi sarà svelato, invece, dove Antonio Meucci trovò ispirazione per inventare il telefono prima di partire per Cuba. Mentre in piazza della Santissima Annunziata troviamo il Museo della Fotografia Alinari, inaugurato da Sandro Pertini laureato in scienze politiche al Cesare Alfieri di Firenze.
D’estate non potete mancare di visitare i Giardini di Boboli, un posto dove innamorarsi, lo dicono innumerevoli film girati tra queste siepi: Ritratto di Signora, Un tè con Mussolini, Camera con Vista e tanti altri. Dal 6 luglio del 1872 è aperto a tutti e non più pertinenza solo dei reali. Con o senza crinoline potete perderci la testa.
Firenze Gayfriendly
Se cercate la zona gayfriendly della città attivissima sul tema dei diritti, la trovate intorno a Piazza Santa Croce.
Ci sono i bar più intimi per scambiare due parole (Il Piccolo Caffè), i disco-pub (lo Yag), i club (il Crisco) e le discoteche (ogni sabato gay party al Doris in via de’ Pandolfini).
Letizia Strambi