Lo scorso martedì, la Costa Rica è diventata il primo Paese dell’America Centrale a riconoscere i matrimoni LGBTQ+.
La questione risale al 2018 quando la Corte costituzionale definì incostituzionale il divieto di sposarsi per le coppie omosessuali. Così, la Corte diede al parlamento 18 mesi per legiferare altrimenti la disposizione si sarebbe annullata automaticamente. All’inizio del mese di maggio 2020, più di 20 parlamentari hanno cercato di far ritardare la sentenza di altri 18 mesi, ma la misura è fallita e il divieto è stato revocato.
Tramite un tweet ILGA World – the International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association ha dichiarato: “Il Costa Rica sta festeggiando: oggi il matrimonio egualitario è diventato una realtà nel Paese, il primo in America Centrale! Bandiera Arcobaleno ci rallegriamo con tutti voi!”.
Costa Rica está celebrando: hoy el matrimonio igualitario se ha convertido en realidad en el país – el primero en Centroamérica! ?️? Nos alegramos con todes ustedes! #SiAceptoCR #UnPasoHistorico #IDoCR ☞ https://t.co/c0iV4xH2em pic.twitter.com/E6jzJ2KRtf
— ILGA World (@ILGAWORLD) May 26, 2020
Mentre Enrique Sanchez, il primo deputato apertamente gay della Costa Rica, ha affermato che ciò rappresenta il culmine di una lotta durata molti anni da parte di molte persone, alcune attraverso l’attivismo, altre in forma anonima. In particolare, alla Thomson Reuters Foundation ha detto: “Con la loro esperienza, le loro lotte hanno aiutato a creare una società in cui non vi sono famiglie di seconda classe o persone di serie B”.
Ancora, il Presidente, Carlos Alvarado Quesada, lo scorso lunedì tramite un video pubblicato su Twitter aveva dichiarato: “Questo cambiamento causerà una significativa trasformazione sociale e culturale del Paese. Le persone LGBTQ+ avranno diritti, gli stessi diritti di qualsiasi altra persona, coppia o famiglia in questo paese”.