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JAMES BALDWIN: l’anima nera e arcobaleno degli Stati Uniti

Redazione by Redazione
7 Ottobre 2021
Reading Time: 3 mins read

Nella letteratura americana James Arthur Baldwin è il massimo esponente della denuncia sociale verso quell’establishment che non accetta il ‘diverso’.

È definito come autore ‘Intersezionale’, un outsider che, per essere nero, gay e povero non si colloca negli stereotipi della società americana. Questo stato è la sua fonte di costante ispirazione: guardare il mondo da fuori, con gli occhi di chi sa di ‘non appartenere’ e di non poter richiedere appartenenza. La sua controversa sessualità si percepisce nel documentario a lui dedicato e che ha ottenuto una nomination agli Oscar: ‘I’m not your Negro’. La si percepisce, appunto. Non la si racconta.

Per la cultura americana degli anni del Vietnam, essere additato come gay è un’accusa molto seria, che può pregiudicare definitivamente il futuro di un personaggio pubblico.

Nato nel 1924 ad Harlem, Baldwin vive con la madre che si ricostruisce una famiglia assieme ad un prete protestante. La convivenza è molto difficile, in quanto il padre adottivo non accetta James. Così fin da piccolo, lo scrittore si chiude in biblioteca ed all’età di 13 anni scopre la passione per la scrittura. James subisce violenza familiare e da parte di due poliziotti bianchi, all’età di dieci anni. L’esperienza lo segna per il resto dell’esistenza e lo rende uno strenuo sostenitore dei diritti della popolazione nera. A questa consapevolezza, si aggiunge che in età adolescenziale il giovane scopre di essere gay.

Da qui le sue opere di condanna e di critica sociale (da ‘Notes of a Native Son’ a ‘Another Country’ a ‘Giovanni’s Room’) che portano alla luce l’inevitabile segregazione nella quale l’America degli Anni Sessanta relega i ‘diversi’.

Un lacerante contrasto segna e contraddistingue le opere baldwiniane: il suo personale rapporto con la religione cristiana, alla quale è molto legato e che vorrebbe poter interpretare come espressione di reale solidarietà e di carità. Tuttavia, la sua realtà di uomo nero e gay, in effetti, lo porta a scontrarsi frequentemente con i precetti cristiani ed a denunciarne l’ipocrisia. D’altro canto, però, Baldwin non smette mai di essere credente e di sostenere la presenza di un salvatico aldilà (‘Go Tell it On the Mountain’).

21st August 1963: Author and playwright James Baldwin (1924 – 1987), wearing sunglasses, stands between May Mercier (L) and pianist and singer Hazel Scott (R), while pianist and composer Memphis Slim (1915 – 1988) stands behind them, at a public demonstration supporting the civil rights ‘March on Washington,’ Paris, France. (Photo by RDA/Getty Images)

James Baldwin prende parte a numerose marce civili per i diritti dei Neri d’America ed il suo attivismo è molto presente nei romanzi. La sua appartenenza alla comunità gay non si rende particolarmente esplicita ed è spesso mal celata. Tuttavia, esiste un’anima nascosta dello scrittore: quella che riecheggia nella raccolta pubblicata poco prima di morire nel 1987, ‘Jimmy’s Blues’, in cui la sua persistente volontà di inclusività ed integrazione si identifica pienamente nel messaggio cristiano di pace e condivisione. James è assolutamente certo che solo l’amore può salvare il mondo. E’ amico di Martin Luther King, ma anche di Malcolm X e delle ‘Black Panthers’.

Framed by American actor Charleton Heston (1923 – 2008) (left) and singer Harry Belafonte (right, with a button on his lapel), writer James Baldwin (1924 – 1987) (center left) talks with actor Marlon Brando (1924 – 2004) in the Lincoln Memorial during the March on Washington for Jobs and Freedom, Washington DC, August 28, 1963. The march and rally provided the setting for the Reverend Martin Luther King Jr’s iconic ‘I Have a Dream’ speech. (Photo by PhotoQuest/Getty Images)

Forte e decisa è la sua accusa verso un Dio che, se non riesce a far mettere in pratica i principi di pace e tolleranza agli uomini, può essere anche dimenticato. Baldwin giunge a proclamarsi non religioso; tuttavia negli ultimi anni di vita, lascia spazio alla religione come strumento per superare la sua profonda crisi interiore.  

James Baldwin è considerato una pietra miliare nella cultura di relazione tra bianchi e neri, ma non solo.  Il suo essere gay forgia profondamente la sua relazione con il mondo. E’ uomo che vive profondamente la sofferenza dell’essere nero e dell’essere gay, una commistione esplosiva nell’America ancora segregazionista ed imperialista. Tuttavia, colpisce la sua fede nell’umanità, la sua religiosità incontrastata e la pervicace insistenza sui valori di pace e condivisione. Il suo è un messaggio molto forte, vicino al concetto di ‘non violenza’ di  Martin Luther King. James Baldwin invita tutti i ‘diversi’ a credere fermamente nella speranza di cambiamento della società civile e di salvezza dell’anima umana. Salvezza per tutti, perché tutti figli di un unico Dio.

di Giovanna Ceccherini credit: foto archivio @Getty Images

 

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