Unico nel Medio Oriente, il Pride di Tel Aviv è uno degli eventi più attesi dell’anno per la comunità LGBTQ+ locale e internazionale. Nel 2019, erano circa 250.000 le persone accorse per partecipare alla parata per l’orgoglio gay.
Purtroppo, nel 2020, il Tel Aviv Pride, così come le parate a Gerusalemme, Haifa e Beersheba, sono stati rimandati per far fronte alla pandemia da coronavirus che sta colpendo il mondo intero. Nel frattempo, gli organizzatori hanno precisato che si terranno diversi eventi online in modo da far sentire la loro vicinanza a tutta la comunità.
Così, il Pride di Tel Aviv è stato posticipato da giugno ad agosto con la speranza che la situazione attuale in Israele si possa risolvere. A riguardo, Etai Pinkas-Arad, leader della comunità LGBTQ+ israeliana, ha dichiarato: “La lotta per l’uguaglianza LGBT, ma allo stesso tempo la priorità è la salute dei nostri cittadini”.
In questa situazione di emergenza, il pensiero di Alon Shachar, direttore della Jerusalem Open House, la principale organizzazione LGBTQ+ di Gerusalemme, va proprio alla comunità LGBTQ+ locale la quale, ogni giorno, subisce ancora forti discriminazioni e atti di violenza. Quest’ultimo ha affermato: “Anche nell’attuale stato di emergenza nel paese in generale ed in particolare a Gerusalemme, il nostro impegno è innanzitutto verso i membri della comunità che corrono maggior rischio e sfortunatamente, l’arrivo del coronavirus, sta aggravando le lacune già esistenti. Coloro che lottano con discriminazioni e affrontano sfide per la sicurezza personale, così come per la salute, a casa e sul lavoro, coloro che lottano per sopravvivere e vivere con dignità anche nella loro vita quotidiana, sono soggetti a maggior rischi di fronte all’epidemia”.