La scorsa settimana, la Corte Suprema israeliana si è pronunciata contraria riguardo ad una legge, entrata in vigore nel 2018, che ha ampliato il diritto alla maternità surrogato alle donne single escludendo le coppie gay.
Secondo la Corte, la suddetta legge ha danneggiato in maniera sproporzionata il diritto alla parità e il diritto alla genitorialità per le coppie dello stesso sesso.
Nel 2018, quando lo Stato approvò la legge, per la comunità LGBTQ+ locale fu un duro colpo. Molti presero questo gesto come un tradimento da parte del Primo Ministro Benjamin Netanyahu e, insieme alle loro famiglie, scesero lungo le strade di tutto il paese a protestare. Addirittura, i datori di lavoro riconobbero il diritto allo sciopero senza nessuna ripercussione.
Fortunatamente, ad un anno dall’emanazione – tempo concesso allo Stato israeliano per cambiare la legge – la Corte Suprema l’ha dichiarata illegale e discriminatoria.
“Questa è una decisione storica per Israele, per la comunità gay e per le migliaia di coppie che soddisferanno il diritto fondamentale di diventare genitori”
Hila Peer, presidentessa “The Aguda-The Association for LGBTQ Equality in Israel”