Da febbraio 2020, dopo una lunga diatriba, in Irlanda del Nord è possibile sposarsi per le coppie dello stesso sesso. Lo scorso martedì 7 aprile 2020, la Corte d’Appello irlandese si è espressa dichiarando che le coppie LGBTQ+ hanno subito discriminazioni ingiustificate per tutto il periodo in cui il matrimonio gay è stato vietato. Ciò nonostante, gli alti magistrati hanno deciso di non fare alcuna dichiarazione formale in merito a qualsiasi violazione dei diritti umani.
A tale verdetto si è giunti dopo che, nel 2005, due coppie appartenenti alla comunità LGBTQ+ – rispettivamente Grainne Close e Shannon Sickles e Chris e Henry Flanagan-Kane – avviarono un procedimento legale per violazione dei diritti umani poiché lo Stato rifiutò di farli sposare.
Negli anni, gli avvocati delle due coppie hanno cercato di far rivedere giuridicamente tale divieto nel tentativo di dichiararlo illegale ma nel 2017 un giudice ha archiviato il caso ritenendo che fosse questione dell’amministrazione di Stormont piuttosto che dei tribunali.
Oggi, il Presidente della Corte Suprema, Declan Morgan, ha affermato: “Siamo soddisfatti del fatto che è stato riconosciuto che al momento della pronunzia della sentenza di primo grado di questo caso nell’agosto 2017, l’assenza del matrimonio tra persone dello stesso sesso in questa giurisdizione discriminava le coppie dello stesso sesso e che un giusto equilibrio tra tradizione e diritti personali non fosse stato raggiunto, pertanto la discriminazione non era giustificata. Alla luce degli sviluppi legislativi non vi è alcun motivo per fornire una dichiarazione ai sensi della legge sui diritti umani”.