Un rapporto delle Nazioni Unite ha rilevato che l’Iran ha imposto come tortura ai bambini LGBTQ+ la somministrazione di scosse elettriche e ha specificato che “il diritto internazionale è chiaro nel garantire la protezione dei diritti umani a tutte le persone, comprese le persone LGBTQ+”
Considerando che tuttora in Iran, l’omosessualità è illegale e punita con la pena di morte, tali scosse verrebbero somministrate come metodo per “curare” i bambini LGBTQ+. In particolare, secondo quanto riportato da Javaid Rehman, relatore speciale delle Nazioni Unite per l’Iran, “bambin*, lesbiche, gay, bisessuali e transgender sono stati sottoposti a scosse elettriche e alla somministrazione di ormoni e forti psicofarmaci. Queste pratiche equivalgono a subire tortura e altri crudeli, disumani e degradanti trattamenti e punizioni che violano gli obblighi dello Stato ai sensi del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici e la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia”.
A riguardo, Peter Tatchell, attivista britannico per i diritti umani, ha dichiarato a “The Jerusalem Post” che “è una rivelazione scioccante che il regime iraniano sottoponga i bambini LGBTQ+ a scosse elettriche, a trattamenti ormonali e a psicofarmaci nel tentativo di “curare” il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere. Questi abusi ricordano i trattamenti medici anti-LGBTQ+ da parte dei nazisti e di altri regimi fascisti. Javaid Rehman condanna giustamente questi abusi come una forma di tortura in violazione della legge internazionale sui diritti umani. L’Iran dovrebbe essere espulso dalle associazioni e conferenze mediche internazionali”.
Lo stesso Tatchell ha inoltre aggiunto che “il relatore speciale delle Nazioni Unite ha rilasciato un rapporto schiacciante che conferma la persecuzione sistemica di donne, persone LGBTQ+, difensori dei diritti umani, oppositori del regime, sindacalisti e minoranze etniche e religiose”.