Intervista esclusiva a due dei bravissimi attori de La Divina Commedia Opera Musical
10 interpreti, 14 ballerini, 50 persone coinvolte oltre 200 costumi di scena per questa Opera Musical dove il suo valore è nella sua modernità̀, nel patrimonio di identità̀ culturale che porta con sé, nella sua “Italianità̀”. Un caposaldo della nostra cultura italiana, come un quadro di Caravaggio, come la Pietà di Michelangelo, così la “Divina Commedia” parla di noi, della nostra cultura, intrisa di arte e genio. Tutto nella “Commedia” si riferisce al nostro tempo, che può̀ e vuole trovare nella sua storia una nuova linfa. Dante in La Divina Commedia Opera Musical, è in viaggio, su binari distinti e paralleli: da una parte cammina verso e dentro se stesso alla ricerca nostalgica del proprio esistere, dall’altra naviga tra le rovine della dannazione, le storture e le brutture del proprio limite, condotto tra vizi e ossessioni, perversioni e peccati.
Lo spettacolo utilizza diversi linguaggi espressivi e asseconda l’inesauribile fantasia di Dante: il Viaggiatore in scena diventa la proiezione fisica della voce di se stesso, che nella magistrale interpretazione di Giancarlo Giannini, esclusiva voce narrante dello spettacolo, rappresenta la maturità̀ di un Dante che si ricorda con tenerezza, quando a metà della propria esistenza, spinto da una forte depressione, trova nella scrittura una salvezza creativa e fertile. Lo smarrimento nella selva diventa evocazione di una memoria: pretesto fortunato e ispirazione per il capolavoro che viene “sfogliato” in scena, come un libro animato, attraverso la magia teatrale. Ne abbiamo parlato con 2 personaggi nell’Opera Musical, Antonello Angiolillo nella veste di Dante, e Brian Boccuni come Catone – l’Uomo nel 1° Atto – San Tommaso.
La Divina Commedia Opera Musical è la prima opera musicale basata sull’omonimo poema di Dante Alighieri, una scelta coraggiosa sia per la regia che per il cast.
Antonello Angiolillo – Decisamente una scelta coraggiosa; ma come disse anche Virgilio, il maestro di Dante: Audentes fortuna iuvant! I numeri e l’entusiasmo del pubblico hanno dato ragione alla scelta coraggiosa di una produzione – la Mic – e di una famiglia – i Gravina – che per passione, non certo per sicuro guadagno, hanno deciso di investire nel teatro. Coraggiosa, e riuscita, la scelta di un Regista che ha accettato di mettere mano ad una opera immensa e che, a mio avviso, è stata affrontata con la giusta prospettiva, ripartendo da ciò che La Divina Commedia è: un libro! Considero meno coraggiosa la scelta mia come “cast” e attore perché il bello del mio lavoro è proprio quello di affrontare sfide difficili. Nell’arte, come nella vita, sono le difficoltà che affrontiamo e risolviamo che ci aiutano a crescere e io amo evolvermi e “crescere”, non in senso anagrafico anche se fa parte del gioco. E poi una scelta facile mi annoierebbe.
@ fotografia di Stefano Pasquini attore Antonello Angiolillo / Dante
Brian Boccuni – Sicuramente è una scelta coraggiosa presa da parte di tutti. Dai produttori, la famiglia Gravina, al nostro regista Andrea Ortis che ci tiene a sottolineare quanto La Divina Commedia Opera Musical non sia uno spettacolo ruffiano. Abbiamo l’onore e l’impegno di portare in scena il Libro per eccellenza della Letteratura Italiana e, oserei dire, mondiale. L’approccio è stato attento e rispettoso, ma questo spettacolo non vuole sostituirsi alla formazione scolastica, bensì incuriosire i ragazzi affinché lo studio di un’opera di tale importanza risulti meno pesante e rinfrescare le reminiscenze, invece, dei meno giovani.
@ foto Brian Boccuni personaggio Catone / L’Uomo (1° Atto) / San Tommaso
Giancarlo Giannini è un’icona del nostro cinema e teatro e rappresenta la voce narrante della maturità di Dante: perché questa scelta e la sinergia con il cast.
Antonello Angiolillo – Quanto alla scelta di Giancarlo Giannini, che reputo essere una icona del cinema italiano la cui voce rappresenta perfettamente l’Italianità di questo personaggio, direi che nessuno meglio del regista Andrea Ortis possa spiegarne la scelta. Da “Dante” e attore posso dirti che mi crea una certa emozione ascoltarla e pensare al “me maturo” con quella voce quando sono in scena perché ha nel timbro colori che amerei raggiungere alla sua età ma che credo non accadrà mai. Abbiamo timbri decisamente diversi e il mio trova miglior colore nel canto. Mi sento ed immedesimo con più piacere nel racconto del viaggio che ho intrapreso con la sua voce che mi arriva dal mio futuro.
Paradiso, Purgatorio o Inferno dove andrete a finire una volta conclusa l’esistenza in questo mondo?
Antonello Angiolillo – Ah, bella domanda. Curioso che tu mi abbia posto la domanda mettendo in ordine inverso i tre mondi. In qualche modo una tua Freudiana classifica? L’aspirazione è ovviamente al Paradiso, e non lo intendo nel senso religioso del termine ma più nell’idea Dantesca. Sappiamo bene che l’opera era stata partorita dalla mente di Dante col titolo di “Comedìa” e che fu Boccaccio ad aggiungere “Divina” regalandola definitivamente all’immaginario religioso collettivo. Ti chiedo; è meglio vivere in un bel luogo oppure vivere da dove, in ogni istante, puoi ammirare il bel luogo? Non so se il Paradiso esista ma, per non correre il rischio di restare deluso, potrebbe essere interessante vivere in Purgatorio e, da quella posizione, guardare verso l’alto il luogo dove abbiamo messo il Paradiso, sapendo che è possibile arrivarci e immaginandolo bello come solo la nostra personale fantasia sa dipingerlo. In questo modo mi sentirei un po’ come essere rimasto sulla terra e in questa vita. Unico luogo, come nel Purgatorio, dove esiste un “Tempo”. Sono uno che non riesce a stare fermo e vivere in un posto senza tempo non mi darebbe scadenza. La coscienza della scadenza ci da il senso dell’essere vivi. Pensa che fatica e che noia l’eternità!
Brian Boccuni – Credo di avere tutti i requisiti e gli ingredienti necessari per ritagliarmi uno spazio all’Inferno!
Lo spettacolo è stato itinerante e si concluderà a Roma dal 2 al 7 aprile. Prevedete di riportarlo in scena nella stagione invernale e di partecipare come cast? Antonello Angiolillo – Sicuramente la produzione ha voglia di riprendere La Divina Commedia anche nella prossima stagione e per quanto mi riguarda sarei contento di esserci. C’è un grosso interesse anche da parte di paesi esteri nell’avere lo spettacolo nei loro teatri e in lingua originale. Questo mi affascina molto. Sarebbe bello andare orgogliosamente all’estero e, da Italiano, far vedere che non abbiamo solo il marcio che arriva loro dalle notizie legate alla politica e all’economia e forse, in qualche modo, ricordargli, e ancor più ricordarci, che un tempo insegnavamo al mondo “il mondo”. In che momento storico abbiamo gettato la spugna entrando in una forma di regressione intellettiva e accettando di diventare allievi di coloro a cui abbiamo fatto da mentori? In che esatto momento abbiamo scelto l’involuzione? Quindi si, lo rifarei anche perché al momento “La Divina Commedia – Opera Musical” ha ancora molto da darmi ed egoisticamente sono ancora affamato di prendere.
Brian Boccuni – Mi auguro con tutto il cuore che il tour dello spettacolo prosegua nella prossima stagione e spero vivamente di esserci ancora. Questo progetto valorizza non solo il lato artistico ma soprattutto quello umano, perché si è parte integrante di un gruppo di persone che non produce arte solamente per fare incassi, ma per infondere nello spettatore la speranza che, così come Dante, ogni uomo possa uscire, grazie all’amore, dalla propria selva oscura.