Come noto, in Indonesia non esiste una legislazione in materia di diritti LGBTQ+, addirittura in quasi tutte le province l’omosessualità è ancora illegale.
Per questo motivo, dopo che la polizia locale ha fatto irruzione in quello che è stato definito un “party gay” in un hotel di Jacarta, nove uomini rischiano una multa e fino a 15 anni di carcere.
A riguardo si è espresso Usman Hamid, direttore esecutivo di Amnesty International Indonesia, affermando: “Non c’è nessuna giustificazione legale per criminalizzare il comportamento di questi uomini accusati. Un tale raduno non costituisce una minaccia per nessuno. Le autorità hanno agito in modo discriminatorio e hanno violato i diritti umani alla privacy e alla vita familiare, la libertà di espressione e la libertà di riunione e associazione”.
Ora la polizia ha istituito una task force per indagare sulle presunte attività omosessuali della festa a cui hanno partecipato altre 47 persone oltre a quelle arrestate. Inoltre, un sindaco indonesiano ha richiesto dei “raid LGBTQ+” per indagare sulle attività svolte in case in affitto, appartamenti e dormitori.
Di seguito le parole di Amnesty International Indonesia: “Chiediamo alle autorità di rilasciare tutte le persone arrestate alla festa e di far cadere tutte le accuse contro di loro. Devono anche fermare questi arbitrari e umilianti raid e smettere di abusare della legge contro il vagabondaggio e il disturbo della quiete pubblica per molestare ed arrestare le persone accusate di attività omosessuali. Nessuno dovrebbe essere preso di mira ed arrestato a causa del loro ipotetico o reale orientamento sessuale e dell’identità di genere. La polizia dovrebbe tenere tutti al sicuro, non alimentare ulteriori discriminazioni”.