Punto sull’incontro del Papa a Dublino: scuse per la pedofilia commessa dal clero e consiglio di ricorrere alla psichiatria per i giovani gay
Se qualche mese fa Papa Francesco attraverso alcune dichiarazioni ha fatto pensare ad una parziale apertura all’insegna dell’inclusione e del rispetto da parte della Chiesa Cattolica nei confronti dell’omosessualità, sopra tutto quando affermò “Chi sono io per giudicare (un gay)?”, ieri durante il viaggio di ritorno da Dublino, dove ha incontrato le vittimi di abuso da parte del clero, in occasione del Congresso mondiale delle famiglie, le dichiarazioni di Papa Francesco sui gay tornano ad essere conservatrici e offensive. C’è da chiedersi il motivo che ha spinto il Papa a non consigliare la psichiatria ai tanti uomini di chiesa che fanno abusi nei confronti di bambini che dovrebbero educare e sostenere, piuttosto che consigliarla a chi vive liberamente e nel rispetto di tutti la sua sessualità.
Le dichiarazioni di Papa Francesco sui gay
«In quale età s’esprime questa inquietudine del figlio? È importante. Una cosa è quando si manifesta da bambino. C’è tanto da fare con la psichiatria, per vedere come sono le cose. Una cosa è quando si manifesta dopo i 20 anni o cose del genere. Ma io mai dirò che il silenzio è un rimedio. Ignorare un figlio o una figlia con tendenza omosessuale è mancanza di paternità o maternità. Tu sei mio figlio. Tu sei mia figlia, come sei. Io sono tua padre e tua madre: Parliamo».
Le reali intenzioni di Papa Francesco sui gay
Forse il Papa quando qualche mese fa ha incontrato Juan Carlos e gli ha detto “che tu sia gay non importa. Dio ti ha fatto così e ti ama così e non mi interessa. Il papa ti ama così. Devi essere felice di ciò che sei” lo ha dichiarato solo perché il ragazzo è un omosessuale cileno che da piccolo fu abusato da un prete pedofilo e il Papa non se la sentiva di dichiarare davvero quello che pensava a proposito dei gay, magari anche per paura di uno scandalo pubblico data la particolarità della situazione. Oggi, mesi dopo quell’episodio e proprio in Irlanda, paese cattolico che da poco ha aperto la strada al matrimonio omosessuale, ha voluto forse lanciare un duplice messaggio, da una parte proprio all’Irlanda, comunicando al paese che la sua apertura nel 2015 al matrimonio egualitario non gli è andata proprio giù; poi anche a tutti quei paesi cattolici che hanno creduto alla storiella dell’aperura della chiesa all’omosessualità, consigliando a questi di non seguire l’esempio di Dublino e che la favola dell’apertura non è reale. Un’altra possibilità potrebbe essere il fatto che il Papa malgrado sia favorevole all’apertura si trova ostacolato della CEI e da molti uomini di vertice dello Stato della Chiesa che sono contrari all’omosessualità. Oppure infine Francesco, rendendosi conto che molti fedeli, sopra tutto dell’America Latina e dell’Africa Sub-sahariana non sono ancora in grado di comprendere e accettare l’omosessualità, ha fatto un passo indietro sul tema per non deluderli. In fin dei conti però, se Francesco fosse davvero intimamente favorevole all’aperura della Chiesa verso la comunità LGBT, potrebbe invece che accettare la chiusura dei paesi ultra conservatori, guidarli verso il rispetto e la comprensione di tutti. Forse la reale causa che ha spinto Francesco verso questa ultima dichiarazione è un intreccio di tutte queste prospettive.
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