È nato nell’Upper West Side di Manhattan, mammina faceva la grafica e papà era chirurgo: non gli mancava proprio niente. Era un bel bambino paffuto e tranquillo. Chi l’avrebbe detto che sarebbe diventato l’icona del ribelle? Humphrey Bogart, trench e sigaretta in bocca è tuttora l’immagine di come deve essere fatto un maschio.
Tolta la brillantina, rimarrebbe l’essenza dell’uomo dalle tenerezze impercettibili, dallo sguardo profondo e dalla cicatrice accattivante. Anche se nulla è trapelato, si pensa che il suo carattere duro dipendesse da un conflitto mai risolto con i genitori, con il padre in particolare. Della madre disse “non posso dire di aver mai amato mia madre… l’ammiravo”. Per tutta la vita cercò in altri uomini la figura affettuosa di un padre. In particolare, con John Huston, di cui ammirava l’equilibrio. Così come lo rassicurava Spencer Tracy, sua guida nel mondo del teatro. Le scelte migliori di Bogart, non a caso, dipendono da questi felici incontri. Espulso da scuola, si arruolò in marina. Il mare fu parte fondamentale della sua vita. Appena ebbe i soldi, si comprò una barca, un 15 metri che non ha mai cambiato. Gli scacchi furono un’altra grande sua passione, e nei momenti in cui se la vide brutta, giocò per soldi a Coney Island. Aveva una cicatrice sul labbro superiore che tutte le donne (e più di qualche uomo) avrebbero voluto curare con un bacio. Si narrano ancora leggende su come se le procurò. Se fosse stato un divo odierno qualche chirurgo gliel’avrebbe cancellata, segnando il suo declino.
Come Harrison Ford iniziò da attrezzista dietro ai palcoscenici di Broadway. E come per il divo di Star Wars bastò una sostituzione a farlo entrare nel giro. Divenne subito il cattivo ragazzo di una serie infinita di pièce teatrali. Fu questo il periodo del primo matrimonio, quello con Helen Menken. Un anno di litigi, in pieno stile Bogart. Seguì la seconda moglie Mary Philips. Anche lei non era tranquilla. Si narra che fu arrestata per ubriachezza molesta e staccò a morsi un dito a un poliziotto.
Al cinema invece volevano Bogart solo per gangster movie, e lui, stanco, cominciò ad atteggiarsi sempre più a cattivo ragazzo. Durante la lavorazione del film Le cinque schiave incontrò la sua terza moglie Mayo Methot, anche lei abbastanza “indisciplinata”.
Nonostante questa vita turbolenta Bogart fu però molto puntuale e preciso sul lavoro. “Humphrey non ha preso mai sul serio se stesso, ma il suo lavoro sì” raccontava John Huston, il regista che diede il via alla stagione d’oro dell’attore. Erano sempre insieme dentro e fuori dal set: li univa il mare e il buon bere.
Il vero “personaggio Bogart” emerse con Il mistero del falco, un noir, il primo film di John Huston in cui la figura di Sam Spade definisce l’attore come ancora oggi lo ricordiamo: impermeabile chiaro, cappello floscio a larghe tese, sigaretta all’angolo della bocca, volto corrucciato e l’inconfondibile sorriso a denti stretti.
Siamo nel 1942, attori e registi si barcamenano come possono in tempi di guerra. Così Bogart accettò un film a basso costo, Casablanca. Il soggetto fu rimaneggiato più volte a seconda degli esiti del conflitto. Nemmeno gli attori capivano più di cosa si parlasse nella trama. Quindi tutti si chiesero, dopo, perché divenne popolarissimo, al punto da guadagnare l’Oscar per miglior film, migliore regia e migliore sceneggiatura non originale. “Non ho fatto nulla di diverso da prima in Casablanca, – disse Bogart – ma quando Ingrid Bergman si gira verso la camera dicendoti Ti amo in primo piano, sfido chiunque a non sentirsi romantico”.
Un classico ancora oggi citato ogniqualvolta si parla di amore, baci, pianisti, Marocco e addii: praticamente sempre. Intanto però, la vita privata di Bogart con la moglie precipitava. Lei era gelosa di Ingrid Bergman (come darle torto?) e addirittura tentò di accoltellare il marito.
La soluzione si trova durante la lavorazione del film successivo Acque del Sud, dove per la prima volta Bogart incontra Lauren Bacall. Lei ha 19 anni. Potete immaginare quanto fosse bella questa donna a 19 anni? Appena la vide in camerino se ne innamorò all’istante. Aveva l’insolenza della gioventù, era sfrontata e innocente. Humphrey è stato il suo primo uomo. “Il problema con Lauren – disse – è che appena la vedi te ne innamori… come chiunque altro”.
Lauren, lo ricambia, e diventa “quella giusta”. Humprey trova la sua musa e la sposa contro il parere di tutti. Nasce un sodalizio che darà luogo a capolavori come Il Grande Sonno, e una famiglia con due bambini un maschietto e una femmina che lui chiama Leslie Howard Bogart, in omaggio al suo carissimo amico Leslie Howard. E a questo punto, nel pieno della sua carriera e felicità, con il suo amico John Huston alla regia, e la sua amica Katharine Hepburn come partner, girò un altro film icona per tutti i viaggiatori: La Regina d’Africa. Il duro Humprey si lascia convincere da una puritana (Katharine) a risalire un fiume del Congo. “Katharine Hepburn ti parla come se fossi un microfono, ti legge dentro con la tempra del peggiore drink, non gliene frega niente di come appare: non cerca di essere un personaggio, lo è”. Disse Bogart di lei. Un pensiero confermato dalla troupe al completo. “Quando la mattina si alzava e si sentiva il fruscio tra le piante, c’era qualcuno che diceva: Che Dio aiuti la giungla”.
Le riprese furono lunghe e faticose, ma arrivò finalmente l’Oscar per il nostro Bogart. Ora poteva scegliere, soffiare pure qualche parte in commedie romantiche a re indiscussi del genere, come Cary Grant, godendosi nuovi personaggi tipo il Larry Larrabee di Sabrina.
Ma il meglio era già passato: morì di tumore alla gola, per via del fumo. Al suo funerale c’erano migliaia di maestranze del cinema, un fatto che si verifica raramente. È un’icona, ripresa di decennio in decennio, cristallizzata con il film di Woody Allen Provaci ancora Sam, e reiterata nelle retrospettive che spesso gli vengono tutt’oggi dedicate. La sua ironia lo consegna alla modernità. Come potrebbe essere altrimenti per uno che prima di spirare disse: “Non sarei mai dovuto passare dallo Scotch al Martini”.
Di Letizia Strambi