Non una festa per fare regali. Non una celebrazione della bellezza delle donne. Non un’occasione per cenare al ristorante con menù “dedicati”, quasi come se le donne fossero una categoria separata.
La giornata internazionale dei diritti delle donne dell’8 marzo dovrebbe essere vista come un momento per riflettere sulle disuguaglianze e le discriminazioni che le donne subiscono in tutto il mondo. Dovrebbe essere colta come un’opportunità per combattere i problemi reali che le donne affrontano nella vita quotidiana, lavorando insieme per trovare soluzioni concrete.
Il rischio di trasformare la giornata internazionale dei diritti delle donne in una celebrazione della femminilità, ad esempio attraverso offerte promozionali sui prodotti di bellezza, fa perdere di vista lo scopo principale della giornata e rafforza spesso stereotipi di genere limitanti, piuttosto che contrastarli.
L’8 marzo (che si accorda alla perfezione con il verbo “lotto”) deve ricordarci che la lotta per la parità di genere è ancora lunga e che dobbiamo impegnarci tutti i giorni per costruire un mondo più giusto e inclusivo per le donne, e per tuttə.
Cerchiamo, qui di seguito, di addentrarci di più nel significato letterale di questa ricorrenza, della differenza sostanziale con il termine “festa della donna” e nelle origini della celebrazione.
Giornata internazionale dei diritti delle donne: significato del termine
Spezzettiamo ed analizziamo meglio il termine: “giornata internazionale dei diritti delle donne“.
Il termine “giornata internazionale” evidenzia l’importanza di una lotta per i diritti delle donne a livello globale e la necessità di una solidarietà internazionale per sostenere la causa delle donne in tutto il mondo. Non si tratta, infatti, di un problema che riguarda solo alcune donne in certe parti del mondo, ma di una questione che riguarda tutte le donne, ovunque si trovino. Il femminismo non è un movimento locale o nazionale, ma è un movimento che ha radici profonde in tutte le culture e che cerca di superare le barriere del nazionalismo e del razzismo.
La parola “diritti“, invece, sottolinea il fatto che le donne devono ancora oggi combattere per i propri diritti e che, nonostante i progressi fatti finora, ci sono ancora molte disuguaglianze e discriminazioni da affrontare.
L’uso della parola “donna” e non “signora” o “ragazza” riconosce la maturità e la dignità delle donne, evidenziando il fatto che debbano essere viste come individui autonomi, e non come oggetti da venerare o da controllare. Inoltre, il termine “donna” non indica una categoria omogenea, ma una molteplicità di esperienze e di identità che necessitano di essere valorizzate e rispettate.
Questa scelta di linguaggio, l’utilizzo ragionato delle parole più appropriate è importante perché riflette l’importanza di considerare le donne come soggetti attivi nella lotta per i propri diritti e per la parità di genere.
Essere consapevoli del potere del linguaggio è un passo fondamentale nella lotta contro le discriminazioni di genere e nella costruzione di una società più equa e giusta.
Perché non “festa della donna”?
La parola “festa” nella sua accezione comune, nella stampa e in campo pubblicitario, spesso implica una celebrazione superficiale, senza riferimenti alle lotte e alle sfide che le donne hanno dovuto affrontare per ottenere la parità di diritti. Inoltre, la parola “festa” può essere usata per descrivere un evento che è meno impegnativo o meno serio rispetto a una ricorrenza che pone l’accento sui diritti delle donne.
Il termine “festa della donna” trasmette, inoltre, l’idea che l’8 marzo sia un semplice giorno in cui le donne si concedono un momento di relax e di festa, in cui ricevono fiori, regali e attenzioni da parte degli uomini.
Scegliere di usare, invece di “festa”, il termine “giornata internazionale dei diritti delle donne” manda dunque un segnale forte di approccio femminista, che mette al centro la questione dei diritti e della parità di genere.
Storia della giornata internazionale dei diritti delle donne
Non sono molte le persone a sapere che la giornata internazionale dei diritti delle donne è stata istituita il 29 agosto 1910 dalla socialista Clara Eissner Zetkin. E non, come leggenda vuole, dal rogo in una fabbrica a fine Ottocento in cui persero la vita molte donne: una versione, stratificata nel tempo da alcuni giornali, che non coincide con la realtà dei fatti.
Durante la conferenza internazionale delle donne socialiste del 1910 la socialdemocratica tedesca Clara Zetkin decise di istituire la “Giornata internazionale della donna” e di fissarne la data all’8 marzo di ogni anno.
L’obiettivo principale dell’iniziativa era quello di ottenere la parità di trattamento per le donne rispetto agli uomini e, in particolare, l’estensione del diritto di voto alle donne. Le socialiste erano convinte che solo attraverso la partecipazione politica esse avrebbero potuto ottenere maggiori diritti e riconoscimento.
Inoltre, le donne socialiste lottavano per la parità economica e sociale, che includeva la garanzia di diritti lavorativi e salari equi, l’accesso all’istruzione e alla formazione professionale, e la tutela della salute riproduttiva.
Esistono tuttavia diverse teorie sul motivo per cui l’8 marzo sia stato scelto come giornata per celebrare i diritti delle donne.
Alcuni studiosi, ad esempio, sostengono che la data sia stata scelta in riferimento allo sciopero del 1848 a New York, quando trentamila donne che lavoravano nell’industria dell’abbigliamento proclamarono uno sciopero per reclamare i propri diritti politici e sociali. Durante quella storica manifestazione, le donne chiedevano il diritto di voto, la riduzione dell’orario di lavoro a otto ore al giorno, il riposo settimanale, un regolare contratto di lavoro e una retribuzione adeguata, in linea con gli accordi sindacali. Questa manifestazione rappresentò un importante momento di mobilitazione femminile negli Stati Uniti e segnò l’inizio di una lunga lotta delle donne per il riconoscimento dei propri diritti.
Indipendentemente dalla motivazione esatta, la giornata internazionale dei diritti delle donne è giunta fino a noi oggi per onorare le conquiste delle donne nella lotta per i propri diritti e per rinnovare l’impegno.
Dove manifestare a Milano e Roma per la giornata internazionale dei diritti delle donne
A Milano durante l’8 marzo si svolgono due cortei. Il primo corteo, con protagonisti gli studenti, si tiene alle 9.30 di mattina, con concentramento in largo Cairoli. Il secondo corteo è convocato per le 18.30 in piazza Duca d’Aosta (stazione centrale) ed è aperto a tutti i cittadini. La doppia manifestazione è promossa dalla rete di collettivi Nonunadimeno, di cui fanno parte molte persone queer e che non si identificano in uno dei tipici binari di genere.
Sempre questa rete di collettivi, per la giornata dell’8 marzo a Roma, ha indetto lo “sciopero transfemminista” con partenza da piazzale Ostiense alle ore 17.
Gli hashtag utilizzati nelle manifestazioni di Milano e Roma sono i seguenti: #siamomarea e #amoreerabbia.