In occasione della XV edizione del Trailers FilmFest, tenutosi lo scorso 14 ottobre presso il Palazzo del Cinema Anteo di Milano, abbiamo avuto il piacere di vedere in anteprima il nuovo capolavoro, Gifted – Il dono del talento, diretto da Marc Webb con protagonista Chris Evans, in un’interpretazione davvero ottima e del tutto nuova per il sex symbol di Hollywood, già noto per aver indossato i panni de “la torcia umana” nel film “I Fantastici 4” e “Capitan America” nell’omologa pellicola. Nel cast anche una brillante Octavia Spencer e una straordinaria McKenna Grace nel ruolo di Mary.
L’anteprima è stata offerta da 20th Century Fox Italia con la partecipazione speciale in sala di bambini gifted italiani, in collaborazione con Trailers FilmFest e Step-net Onlus, l’associazione nazionale di riferimento per la giftedness (plusdotazione) in Italia presieduta da Viviana Castelli.
Qui per vedere i Trailers vincitori del concorso 2017.
Gifted: il dono del talento
****** ATTENZIONE CONTIENE SPOILER ******
(al cinema dal 1 novembre 2017)
Il film è ambientato in Florida (USA), dove la tematica della Giftedness oggi non rappresenta più una notizia e il gap culturale rispetto a questa ed altre tematiche sulla diversità è stato oramai colmato. Frank Adler (Chris Evans), dopo la morte della sorella, si trova a crescere da solo la nipote di sette anni Mary che sembra aver ereditato dalla madre non solo la passione, ma anche il “genio” per la matematica.
Mary è certamente una bambina speciale a cui Frank cerca di garantire una vita il più normale possibile, facendo fede alla promessa fatta alla sorella. Il primo giorno di scuola Mary fa notare subito la sua “genialità” alla maestra Bonnie che, insieme alla preside, propone a Frank una borsa di studio per trasferire la nipotina in una scuola d’eccellenza. Frank rifiuta l’offerta suscitando il disappunto della preside che, dopo aver indagato sul passato di Mary, scopre che lo zio non è l’unico parente della bambina.
La tranquillità s’infrange non appena la nonna Evelyn, venuta a conoscenza delle capacità straordinarie della nipotina, si dimostra disposta a fare qualunque cosa per aiutare il suo talento, garantendole le scuole più facoltose, anche a costo di tenerla lontana dai suoi coetanei.
Lo zio vuole, invece, preservare l’adolescenza di Mary e farle fare un percorso di vita normale. Da qui inizia una battaglia legale tra lo zio e la nonna per la custodia di Mary, dove Frank rischia di perdere la patria potestà.
Frank, patteggia un accordo con Evelyn, che prevede l’affidamento di Mary ad una famiglia. Perde però così la fiducia della nipotina che resta delusa della sua scelta. Bonnie, divenuta intima amica di Frank, lo informa di aver scoperto che Fred, il gatto con un solo occhio di Mary, è stato portato al canile perché i padroni non potevano tenerlo a causa di un allergia. Capisce, allora, che nella casa in cui vive Mary, oltre ai genitori affidatari, c’è anche Evelyn che aveva sempre lamentato la sua allergia per i gatti.
Frank si precipita subito da Mary. Qui capisce l’imbroglio di Evelyn il cui scopo era far frequentare alla nipote lezioni private di matematica lontana dai suoi coetanei. A questo punto Frank infrange la promessa fatta alla sorella svelando ad Evelyn un segreto che la sconvolgerà.
Le rivela che la sorella era riuscita a risolvere un famoso teorema matematico, a cui aveva dedicato gran parte della sua vita, ma che gli aveva chiesto di renderlo noto agli accademici solo dopo la morte di Evelyn.
Tra le due il rapporto si era, infatti, incrinato da tempo. Evelyn non ammetteva distrazioni che potessero distogliere la figlia dai propri studi e tra queste rientrava anche la gravidanza. Frank le racconta anche come la sorella, dopo aver risolto il problema, avesse così perso ogni stimolo cadendo in uno stato depressivo tale da averla portata al suicidio.
Colta dal senso di colpa Evelyn si rende conto di non poter commettere gli stessi errori con la nipote. Mary torna finalmente a vivere con Frank, che la iscrive ad una scuola per bambini gifted assicurandosi che al contempo frequenti anche i bambini della sua età.
Il film, a tratti anche ironico, riesce ad affrontare una tematica complessa come questa con una freschezza ed una scorrevolezza tale da non annoiare mai lo spettatore.
Il personaggio di Mary, interpretato magistralmente da McKenna Grace, riesce ad alleggerire la pellicola con le sue battute e con le reazioni che i suoi stessi comportamenti generano nelle altre persone facendo sorridere continuamente il pubblico. Non mancano i momenti di commozione, come quando Frank si convince che la strada migliore sia dare Mary in affidamento ad una famiglia benestante che le possa garantire scuole d’eccellenza.
Strepitosa anche l’interpretazione di Chris Evans in un ruolo davvero impegnativo e mai sperimentato sinora dall’attore che si è dimostrato pronto per ruoli simili. Evans, infatti, che esordì al cinema nel 2001 con la commedia “Non è una stupida commedia americana“, poi nel 2004 con il thriller “Cellular” al fianco di Kim Basinger fino alle recenti apparizioni nei panni di “Capitan America”, non aveva mai avuto una parte in un film drammatico.
GUARDA IL TRAILER DEL FILM
La diversità come ricchezza da preservare: i bambini gifted.
L’Italia si sa, purtroppo, si dimostra un Paese sempre poco attento ai bisogni delle minoranze e poco disponibile a conoscere ed approfondire da vicino la diversità. La mancanza d’informazione è la causa principale dei pregiudizi e dell’indifferenza. Non sarebbe certo la prima volta che il cinema così come la televisione fossero i primi ad abbattere i muri dell’ignoranza colmando quel gap culturale che la società da sola non riesce a riempire.
Per questo credo che un film come Gifted – il dono del talento possa avere un ruolo socio – culturale non indifferente.
Come anche la stessa Viviana Castelli, presidentessa dell’associazione Step-net Onlus, ha commentato “Questo film racconta, con la sola forza comunicativa che il cinema sa veicolare, una delle situazioni che spesso si verificano nelle famiglie dei bambini gifted, ovvero il dilemma che i genitori si pongono su come educarli, supportarli e in quale ambiente crescerli: è possibile alimentare il loro dono, permettere che il loro potenziale possa esprimersi, e allo stesso tempo, garantire loro di vivere un’infanzia serena, inseriti nel proprio contesto di vita e di relazioni, e intraprendere un percorso scolastico e formativo che li realizzi?”.
Purtroppo, ancora una volta, le famiglie, senza nessuna esperienza, si trovano spesso da sole di fronte a questi dilemmi, prive di un qualunque sostegno socio – economico da parte dello Stato.
“Le famiglie – continua Castelli – hanno, infatti, bisogno di imparare ad ascoltare i bisogni dei loro figli ed imparare a conoscere l’intensità con cui vivono il quotidiano. Allo stesso tempo i bambini gifted sono consapevoli delle criticità che li circondano e delle emozioni che gli adulti ed essi stessi provano, ma che non sempre riescono ad esprimere”.
Di contro, con la nascita di alcune associazioni di genitori di bambini gifted, la società civile si è dimostrata pronta a colmare i vuoti lasciati dalle istituzioni pubbliche. Tra queste nel 2011 è nata l’associazione Step-net Onlus che raggruppa le famiglie italiane per condividere esperienze comuni e si occupa dei bisogni dei bambini e ragazzi gifted sostenendoli dal punto di vista cognitivo, emotivo, sociale, relazionale, valoriale. Oggi l’associazione è affiliata al World Council for Gifted and Talented Children (WCGTC) e membro dell’European Council for High Ability (ECHA).
Chi sono i bambini gifted ?
Secondo dei recenti studi, si stima che almeno il 5% della popolazione mondiale presenta le caratteristiche della giftedness ovvero la capacità, che si nota già nei bambini, di risolvere aspetti o problematiche del mondo senza averne una particolare conoscenza, la presenza di un’intelligenza cognitiva particolarmente sviluppata ed una capacità di apprendimento notevolmente superiore ala media.
Molti sono i bambini noti che hanno stupito l’opinione pubblica, come il dodicenne Thomas Frith, che qualche anno fa in Gran Bretagna ha partecipato a un programma tv sui bambini “cervelloni” ed oggi pratica tre sport, suona quattro strumenti musicali, è un ottimo cuoco e legge trattati di economica; Nicole Barr, una bambina anche lei dodicenne, di una famiglia Rom dell’Essex, con il quoziente intellettivo di 162, addirittura superiore a quello di Albert Einstein, già capace di risolvere problemi di algebra a soli 10 anni; Alexis Martin, stesso quoziente intellettivo di Nicole ma che già a tre anni aveva imparato da sola lo spagnolo dopo aver appreso da sola a leggere e scrivere nella sua lingua.
Capite bene che il potenziale di questi bambini è tale da poter ipotizzare grazie ad essi salti evolutivi non indifferenti per la civiltà umana. Questo però non deve farci correre il rischio di dimenticarci che si tratta pur sempre di bambini e non di automi e che per questo vanno preservati ed aiutati nel loro percorso di vita.