Papa Francesco ha, fra i tanti suoi meriti, quello di saper parlare chiaro. Eppure ultimamente qualcuno sembra non capirlo più (o finge).
Avviene a proposito delle sue critiche alla cosiddetta “teoria del gender“. A parte il fatto che credo che quasi nessuno sappia di cosa stiamo parlando, e che dunque siamo di fronte a un falso problema, Bergoglio non parla né alle associazioni cattoliche integraliste né a quelle gay. Si rivolge piuttosto al buon senso degli uomini e delle donne di buona volontà.
Ma che ha detto in sostanza il Papa? Che maschio e femmina si nasce e non si diventa, che essere etero, gay o bisex o transessuali non è una scelta. Che c’è di scandaloso da un lato, di entusiasmante dall’altro? è semplicemente vero, è proprio così! è una di quelle occasioni in cui religione e scienza vanno perfettamente d’accordo. Se crisi pensa, l’adolescenza è già di per sé un momento abbastanza complicato per mettere le nostre ragazze e i nostri ragazzi di fronte al dilemma se “aderire” al genere femminile o maschile, se innamorarsi di qualcuno del sesso opposto o del proprio. La natura, Dio, o entrambi per chi riesce a mandarli d’accordo, decidono loro in materia, e fin da prima della nascita. La sessualità, sia in termini di orientamento che di identità sessuale, è nelle mani del destino di ogni individuo. Certo è anche il regno della libertà, ma nel senso di potere e volere essere sé stessi fino in fondo, che vuol dire provare ad essere felici e a far felici gli altri. Diciamocelo: chi sarebbe stato così pazzo da voler “decidere” di essere omosessuale, quando questo significava ricavarne condanne certe, spregio, torture o pene capitali? E ancora oggi, si sa, la maggior parte di gay e lesbiche, almeno in Italia, sceglie di continuare a camuffarsi da eterosessuale, seminando sofferenze per sé e per gli altri, per timore di conseguenze negative in famiglia, sul lavoro o in società.
Quanto poi all’identità di genere, solo i più crudeli e i più ignoranti possono sottovalutare il calvario fisico, psichico ed economico cui si sottopone chi decide di cambiare il proprio sesso biologico. Tanto che per legge può farlo solo, con dolore e fatica, chi trova conferma da psichiatri ed endocrinologi di trovarsi nel corpo “sbagliato”.
Allora lasciamo parlare in pace questo vero e proprio Papa della provvidenza, che non giudica e non condanna, ma propone a tutti la sfida di un confronto reciprocamente rispettoso di differenze culturali anche profonde, ma nel segno di quella che lui chiama “misericordia”, e noi “laiche dignità e pari diritti per tutti“, nessuno escluso.
Perché chi non sceglie, ma riconosce nel suo modo di essere e amare la volontà di Dio e della natura, non può commettere peccato. Perché chi sceglie di rispettare la propria identità più autentica, coltiva e difende in sé l’amore per ogni creatura umana.
Alessandro Cecchi Paone