Da oltre sessant’anni, l’Eurovision Song Contest (ESC) ha offerto un palcoscenico globale per esibizioni musicali memorabili, ma è anche diventato un luogo significativo di rappresentazione e celebrazione per la comunità LGBTQ+. Il suo impegno nel dare voce a una moltitudine di storie e identità ha reso l’Eurovision un evento simbolico di inclusione.
Dall’ostentazione del glamour drag alle esibizioni che sfidano audacemente il binarismo di genere, dall’apertura di dialoghi nazionali sui diritti LGBTQIA+ alla celebrazione dell’amore in tutte le sue forme, l’Eurovision è stato a lungo un faro di progresso e liberazione. I momenti di rilievo LGBTQ+ nella storia dell’Eurovision non si limitano a semplici gesti di rappresentazione; essi segnano pietre miliari significative, catalizzando dibattiti fondamentali e stimolando cambiamenti di mentalità a livello globale.
Attraverso dieci momenti che hanno fatto la storia, questo articolo illustra l’evoluzione dell’Eurovision nel suo viaggio di celebrazione della comunità queer. Questi momenti non solo hanno arricchito la storia del contest, ma hanno anche contribuito a plasmare la percezione globale della comunità queer. Dalle audaci esibizioni drag alle potenti dichiarazioni di orgoglio e alla visibilità trans*, questi momenti hanno contribuito a rendere l’Eurovision un evento fondamentale per le persone LGBTQIA+.
Nel corso degli anni, l’Eurovision ha continuato a spingersi oltre i confini, a sfidare gli stereotipi e a celebrare la diversità in tutte le sue sfumature. L’importanza di questi momenti non si limita alla loro risonanza all’interno del contest: essi rappresentano i passi avanti fatti dalla società nel suo complesso verso l’uguaglianza indipendentemente da identità di genere e orientamento sessuale.
Ketil Stokkan – 1986: Il Primo Passo
Nel 1986, l’Eurovision ha visto un momento decisivo per la rappresentazione LGBTQIA+. Ketil Stokkan, rappresentante della Norvegia, ha presentato una canzone intitolata “Romeo“. Nonostante la canzone abbia raggiunto solo la 12esima posizione nella classifica generale, il suo impatto è stato profondo e duraturo.
Quello che rende questa esibizione così significativa è che per la prima volta nella storia dell’Eurovision, un cantante è stato accompagnato da un gruppo drag. Le Great Garlic Girls, gruppo drag norvegese molto popolare all’epoca, hanno accompagnato Stokkan sul palco, sfidando le convenzioni sociali e sottolineando l’importanza della rappresentazione e dell’inclusione.
Nonostante la modesta posizione in classifica di “Romeo”, la performance di Stokkan ha aperto la strada a molte altre esibizioni LGBTQIA+ nelle edizioni successive del contest. Ha dimostrato che l’Eurovision poteva essere un luogo in cui la comunità LGBTQIA+ poteva esprimersi liberamente e con orgoglio, e ha fissato un precedente per l’inclusione e la rappresentazione queer nell’evento.
Sestre – 2002: Un Passo Avanti per la Slovenia
Nel 2002, un altro momento significativo ha avuto luogo all’Eurovision, uno che ha avuto ripercussioni ben oltre il palco del contest. Il gruppo drag Sestre ha rappresentato la Slovenia quell’anno, diventando il fulcro di una controversia che ha coinvolto l’intera nazione.
Le Sestre, con i loro abiti di hostess e le loro voci armoniose, hanno presentato una performance che ha destato attenzione e scalpore. Ciononostante, la loro presenza ha suscitato una reazione negativa significativa nel loro paese d’origine. A seguito della loro partecipazione, si è acceso in Slovenia un intenso dibattito sui diritti LGBTQIA+, con un gran numero di interventi omobilesbotransfobici. Questa reazione ha messo in discussione l’immagine progressista della Slovenia e ha suscitato preoccupazioni a livello europeo.
Alcuni europarlamentari ritenevano infatti che la Slovenia fosse troppo indietro su questi temi, e l’atteggiamento prevalente nei confronti delle Sestre ha rafforzato questa percezione.
Le Sestre hanno rappresentato un momento di cambiamento, un segnale che l’Eurovision, e l’Europa stessa, stavano diventando luoghi più inclusivi.
DQ – 2007: Un Anno Memorabile per la Comunità Queer
Il 2007 è stato un anno fondamentale per l’Eurovision: è stato infatti l’anno in cui il contest è diventato, forse più che mai, un palcoscenico per l’orgoglio queer. Due sono le presenze che hanno dominato il podio quell’anno: al secondo posto l’Ucraina con Verka Serduchka, una drag performer che ha trasformato il suo brano in un fenomeno virale, e al primo posto la serba Marija Šerifović, con “Molitva”, un inno di potenza femminile.
Tuttavia, c’è stata un’altra presenza quell’anno che merita di essere ricordata, anche se non è riuscita a raggiungere la finale: DQ, che ha rappresentato la Danimarca con il brano “Drama Queen”. La performance di DQ è stata notevole non solo per la sua energia e il suo talento, ma anche per il suo significato simbolico. DQ è una figura di spicco nella scena drag danese e la sua partecipazione all’Eurovision ha rappresentato un importante passo avanti per la visibilità delle drag queen e della comunità LGBTQ+ in generale.
La performance di DQ è stata un momento di puro orgoglio drag, con un’energia che ha travolto il pubblico. Sebbene non abbia vinto, l’impatto di DQ è stato profondo, sottolineando l’importanza della rappresentazione LGBTQ+ sul palco dell’Eurovision e contribuendo a rendere il contest un luogo di espressione e accettazione per tutti.
Krista Siegfried – 2013: Un Bacio per l’Eguaglianza
Nel 2013, Krista Siegfrids, rappresentante della Finlandia, ha portato un messaggio di amore e uguaglianza sul palco dell’Eurovision, sfidando le convenzioni e promuovendo il cambiamento sociale. Con il suo brano “Marry Me“, Siegfrids ha portato un tono spensierato e festoso al contest, ma il vero colpo di scena è avvenuto durante l’esibizione.
Verso la fine della sua performance, Siegfrids ha baciato una delle sue ballerine, creando uno dei momenti più memorabili e audaci della storia dell’Eurovision. Questo bacio, uno dei pochi momenti lesbo dell’ESC, è stato un gesto di sfida e un appello alla Finlandia e al mondo intero per riconoscere e legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Nonostante non abbia ottenuto un grande risultato nel contest, arrivando 24esima, Siegfrids ha avuto un impatto significativo. Ha usato il palco dell’Eurovision come piattaforma per promuovere i diritti LGBTQ+ e per fare una dichiarazione politica, dimostrando il potere della musica come strumento di cambiamento sociale.
L’anno successivo alla sua performance, il matrimonio egualitario è stato legalizzato in Finlandia, segnando un grande passo avanti per i diritti LGBTQ+ nel paese. Sebbene non possa essere attribuito solo all’azione di Siegfrids, il suo coraggioso gesto ha sicuramente contribuito a portare il tema all’attenzione del pubblico.
Conchita Wurst – 2014: Un Trionfo per la Comunità LGBTQ+
Nel 2014, la cantante austriaca Conchita Wurst, nome d’arte di Thomas Neuwirth, ha fatto la storia dell’Eurovision vincendo il contest con la sua canzone “Rise Like a Phoenix“. Conchita Wurst, drag queen con una barba nera folta, è diventata un simbolo internazionale di lotta contro l’omofobia e la transfobia.
Il suo trionfo all’Eurovision non è stato solo un successo personale, ma ha rappresentato un momento di grande rilevanza per la comunità LGBTQIA+. La sua presenza sul palco e la sua vittoria hanno mandato un messaggio forte e chiaro: la diversità è una forza e la libertà di espressione un diritto fondamentale.
Oltre alla sua performance stellare, Conchita è diventata famosa per la sua eloquenza e per le sue potenti dichiarazioni sui diritti umani e LGBTQIA+. “Noi siamo uniti e siamo imbattibili“, ha detto nel suo discorso di accettazione, inviando un messaggio di speranza e di unità a milioni di persone.
La vittoria di Conchita ha anche sollevato un intenso dibattito su questioni di genere e identità, portando queste discussioni al centro dell’attenzione globale. Molti hanno visto la sua vittoria come un momento di svolta per l’inclusione della comunità LGBTQ+ nella società.
Da allora, Conchita Wurst è rimasta un’importante figura pubblica, utilizzando la sua piattaforma per promuovere l’accettazione e l’uguaglianza. Il suo impatto e la sua influenza sono un’ulteriore prova del potere dell’Eurovision come piattaforma di cambiamento sociale.
Kiss Cam – 2015: Un’Iniziativa Inclusiva
Nel 2015, l’Eurovision ha introdotto un elemento che ha sottolineato il suo impegno per la rappresentazione LGBTQIA+: la Kiss Cam. Questa tecnica, tipica degli eventi sportivi americani, consiste nel puntare una telecamera sul pubblico, individuando coppie che sono incoraggiate a scambiarsi un bacio quando appaiono sul grande schermo.
L’Eurovision 2015 ha portato questa pratica a un livello superiore, mostrando non solo coppie eterosessuali, ma anche coppie omosessuali. Questa mossa ha segnato una pietra miliare importante nel riconoscimento e nella visibilità delle relazioni LGBTQIA+ nel contest. Ha inviato un messaggio chiaro: l’amore non ha genere e non ha limiti. La Kiss Cam ha contribuito a sensibilizzare a riguardo della tematica LGBTQIA+ nel contesto di un evento di portata internazionale, celebrando l’amore in tutte le sue forme.
L’edizione 2015 ha mostrato con forza che l’Eurovision non è solo un concorso musicale, ma anche uno spazio dove i diritti umani e la libertà di espressione sono celebrati in modo vivace e autentico.
Saara Aalto – 2018: Un Inno all’Orientamento Bisessuale
Nel 2018, l’Eurovision ha visto un’altra pietra miliare per la comunità LGBTQIA+ con la partecipazione di Saara Aalto. Dopo aver riscosso un grande successo in Gran Bretagna, Saara ha avuto l’opportunità di rappresentare il suo paese, la Finlandia, sul palco dell’Eurovision a Lisbona.
Saara Aalto ha portato in scena “Monsters”, un brano forte e trascinante che ha subito catturato l’attenzione del pubblico. Ma oltre a essere un inno all’emancipazione e alla liberazione dai propri demoni, “Monsters” ha assunto un significato ancora più profondo per Saara: è diventato un inno al suo orgoglio di essere bisessuale.
Saara Aalto ha parlato apertamente della sua bisessualità, contribuendo a dare visibilità a una parte spesso trascurata della comunità LGBTQIA+.
L’anno successivo, nel 2019, ha visto la vittoria di un altro artista bisessuale, Duncan Laurence, evidenziando ulteriormente l’impegno dell’Eurovision per la rappresentanza e l’inclusione della comunità LGBTQ+. L’esempio di Saara Aalto ha dimostrato che l’Eurovision è un palcoscenico dove artist3 di tutte gli orientamenti sessuali e identità di genere possono esprimersi liberamente e con orgoglio.
Dana International – 2019: Un Simbolo di Resistenza e Rivoluzione
Dana International non è nuova all’Eurovision. Nel 1998, ha sconvolto il mondo diventando la prima artista transgender a vincere il contest, rappresentando Israele con il brano “Diva”. La sua vittoria è stata un importante passo avanti per la visibilità e la rappresentazione della comunità transgender.
Tuttavia, il suo ritorno all’Eurovision nel 2019 ha avuto un impatto altrettanto significativo. Durante l’intervallo della prima semifinale, Dana International ha eseguito una cover di “Just the Way You Are” di Bruno Mars, infondendo il brano con la sua inconfondibile energia e carisma.
A introdurla è stato Assi Azar, uno dei presentatori della serata e apertamente gay. Nelle sue parole di introduzione, ha sottolineato l’importanza di Dana International per il contest e per la comunità LGBTQ+, ricordando a tutti l’importanza della sua presenza e dell’accettazione delle differenze.
Nikkie Tutorial – 2021: La Prima Conduttrice Trans dell’Eurovision
Nikkie de Jager, meglio conosciuta come NikkieTutorials, è un’icona del mondo dei beauty vloggers. La sua abilità nel trucco e la sua personalità effervescente l’hanno resa una delle figure più amate del mondo dei beauty influencers. Tuttavia, nel 2020, Nikkie ha fatto un passo importante per la visibilità della comunità trans* quando ha rivelato di essere una donna transgender in un video che è diventato virale.
La sua rivelazione ha portato a una nuova ondata di supporto e di rispetto per la sua carriera e la sua personalità. E nel 2021, Nikkie è stata scelta per essere la conduttrice online dell’Eurovision Song Contest, diventando così la prima conduttrice trans dell’evento.
Purtroppo, a causa della pandemia di Covid-19, l’edizione 2020 dell’Eurovision non si è potuta svolgere come previsto. Tuttavia, Nikkie è stata confermata come conduttrice anche per l’edizione 2021, permettendo alla sua presenza e al suo messaggio di inclusività e accettazione di raggiungere un pubblico ancora più ampio.
Torino – 2022: Un’Edizione Memorabile di Queer Pride
L’edizione 2022 dell’Eurovision Song Contest ha segnato un momento significativo nella storia LGBTQIA+ del concorso. Tenutosi a Torino, in Italia, l’evento ha visto una serie di rappresentazioni potenti e significative che hanno celebrato la diversità e l’inclusione.
In primo luogo, c’è stata l’esibizione dei Måneskin, la band italiana che ha vinto l’edizione 2021 dell’Eurovision. Con il loro stile audace e sfacciato, i Måneskin (alcuni dei quali dichiaratamente queer) hanno portato un tocco di rock’n’roll e un messaggio di libertà e autenticità sul palco dell’Eurovision.
In rappresentanza di San Marino, Achille Lauro, noto per la sua personalità esuberante e per l’esplorazione di temi LGBTQ+ nella sua musica, ha fatto scalpore baciando Boss Doms durante la sua esibizione dal vivo di “Stripper”. Questo gesto audace ha inviato un forte messaggio di accettazione e libertà di espressione.
Allo stesso tempo, Sheldon Riley, rappresentante dell’Australia, ha sfoggiato un abito da sposa in una dichiarazione audace di orgoglio LGBTQIA+. Anche Michael Ben David, rappresentante di Israele, ha dichiarato orgogliosamente il suo orientamento omosessuale
A presentare lo spettacolo c’era Mika, un cantante di fama internazionale che si è sempre dichiarato apertamente gay. La sua presenza come presentatore ha rafforzato il messaggio di inclusività e accettazione dell’evento.Infine, la presenza delle Systur, in rappresentanza dell’Islanda, che si battono per i diritti del3 minori trans*, ha ulteriormente rafforzato l’importanza dell’inclusione e della rappresentanza all’Eurovision.