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La rivoluzionaria copertina di Elle Ungheria: una famiglia arcobaleno sfida l’omobitransfobia di stato

Redazione by Redazione
8 Settembre 2023
Reading Time: 4 mins read
Elle ungheria, papà gay, famiglia arcobaleno
Instagram @ellehungary

In una storica copertina di Elle Ungheria, due padri, il ristoratore Hubert Hlatky Schlichter e il neurochirurgo Laszlo Szegedi, si mostrano in un tenero momento familiare mentre baciano la loro piccola Hannabelle. Sullo sfondo, la natura rigogliosa serve da contrappunto, ma l’immagine si carica di un significato ben più profondo alla luce del contesto politico e sociale ungherese.

La foto, realizzata dal fotografo Ajkai Dávid e curata nello styling da Csík Melinda, non è soltanto una testimonianza d’amore ma rappresenta anche una sfida. Questa scelta editoriale non è casuale: è stata deliberatamente fatta per “contribuire all’accettazione delle famiglie arcobaleno” e lanciare “una campagna in tutto il Paese per l’amore e tutte le forme di famiglia“. Infatti, sull’account social ufficiale della rivista, la redazione ribadisce un concetto fondamentale: “Ogni bambino merita di crescere in un ambiente sicuro, premuroso e solidale e nessuno può impedirlo in base all’identità di genere o all’orientamento sessuale dei propri genitori”.

L’Ungheria è un Paese dove la retorica e le politiche anti-LGBTQIA+ sono sempre più pervasivi. Dal 2010, sotto la guida di Viktor Orbán e del suo partito Fidesz, il governo ha intrapreso un percorso di leggi e regolamenti che limitano i diritti delle persone LGBTQIA+. La copertina di Elle Ungheria, quindi, rappresenta un atto di ribellione significativo e coraggioso.

Il contesto politico ungherese e l’imperativo della resistenza

La portata di questa copertina diventa ancora più evidente quando si analizza il clima politico e sociale attuale in Ungheria. L’adozione di leggi che limitano fortemente la libertà e i diritti delle persone LGBTQIA+ è solo l’ultimo capitolo di una storia complicata che vede l’Ungheria oscillare tra periodi di apertura democratica e regimi autoritari.

L’Ungheria ha una storia di sfide democratiche e civili. Dal breve periodo democratico nell’ottobre del 1989, il Paese ha attraversato fasi di regimi autoritari, come quello delle Croci Frecciate tra il 1944 e il 1945, che hanno perseguito ebrei, omosessuali, rom e oppositori.

Tutti questi elementi contribuiscono a rendere la copertina di Elle non solo un atto di ribellione, ma anche un simbolo di resistenza culturale e politica. È un segno che le norme culturali stanno cambiando, e che esiste un movimento verso l’accettazione e la comprensione delle diverse forme di amore e di famiglia.

Oltre la copertina di Elle Ungheria: il potere del giornalismo e della narrativa

La copertina di Elle Ungheria non è solo un’immagine potente; è un punto di partenza per una conversazione più ampia e necessaria su diversità, inclusività e diritti umani. La forza di un simbolo come questo sta anche nella profondità dei contenuti che seguono. Il giornalismo di qualità ha il potere di cambiare le menti, di sfidare i pregiudizi e di illuminare le complessità della vita umana. In questo caso, la rivista fa molto di più che presentare un’immagine progressista; si immerge nei dettagli, nelle storie personali, e nelle questioni sociali che danno vita al tema.

Le interviste sono strumenti potenti nel giornalismo moderno. Forniscono una piattaforma per voci spesso trascurate e offrono uno spaccato nella vita delle persone che vivono le realtà descritte. Per esempio, le interviste di Elle Ungheria con personalità come il regista Reisz Gábor non solo aggiungono un volto a una causa, ma forniscono anche un contesto e una profondità che vanno oltre i titoli sensazionalistici.

Elle Ungheria non si ferma alla pubblicazione di un singolo numero dedicato all’accettazione e all’inclusività. La rivista ha anche lanciato campagne di sensibilizzazione e ha collaborato con organizzazioni che lavorano attivamente per i diritti delle persone LGBTQIA+. Questo tipo di iniziative estende l’impatto della copertina ben oltre il mese di pubblicazione, facendo della rivista un attore continuo nel dibattito su equità e diritti umani.

Oltre a fornire fatti e cifre, un buon giornalismo può raccontare storie che ci aiutano a comprendere meglio il mondo in cui viviamo. Narrare la storia di come l’attrice Naomi Watts vuole cambiare la narrativa attorno alla menopausa è un esempio di come il giornalismo può affrontare pregiudizi e tabù. Le storie come questa costruiscono una nuova narrativa sociale, una che incoraggia la diversità e combatte la discriminazione.

L’efficacia di una copertina così audace è amplificata dalla qualità e dalla profondità dei contenuti che seguono. Questa sinergia tra immagine e contenuto è ciò che rende Elle Ungheria non solo una rivista di moda, ma una piattaforma di discussione sociale e culturale.

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