Il primo aspirante presidente gay del Brasile, il 36enne Eduardo Leite, ha dichiarato al Buoenos Aires Times che l’essere gay non significa automaticamente essere incline a condurre una campagna per i diritti LGBTQ+.
“Non è una causa su cui mi sono focalizzato. Non tutte le donne sono un’attivista femminista, non tutte le persone di colore sono un’attivista raziale e non tutte le persone gay devono essere un’attivista. La direzione corretta per il Paese è orientata al rispetto, la tolleranza e la ricerca di uguaglianza”.
Lo stesso, durante un’intervista televisiva dello scorso luglio, ha dichiarato: “In questo Brasile di poca integrità, in questo momento, dobbiamo discutere chi siamo, in modo che sia tutto chiaro e che non ci sia niente da nascondere.
Sono gay e sono un governatore che è gay piuttosto che un governatore gay. Come Obama negli Stati Uniti non era un presidente di colore ma un presidente che era di colore. E ne sono orgoglioso”.
Nonostante la sua dichiarazione, Leite ha ottenuto il sostegno dalle associazioni LGBTQ+ del Brasile. Toni Reis, direttore e presidente di National Alliance of LGBTI+ ha affermato: “È un gesto coraggioso, senza dubbio. Indipendentemente dalle questioni ideologiche e da tutti gli attacchi a cui sarà sottoposto, siamo in trincea per difenderlo”.
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