Venere Nemica: il nuovo spettacolo di Drusilla Foer
La conosciamo ormai tutti. È una cantante, un’autrice, un’attrice, una diva del piccolo schermo. Lei è Drusilla Foer. Alcuni di voi l’avranno già vista a teatro con Eleganzissima. Venere Nemica è il titolo del suo nuovo spettacolo che sarà in scena dal 16 al 19 gennaio 2020 al Teatro Leonardo di Milano, prima tappa di un tour nei teatri italiani, con date già confermate al Politeama Pratese il 25 gennaio, al Teatro Comunale di Predappio (FC) il 22 febbraio, al Teatro Garbatella a Roma dal 28 febbraio al 1° marzo (biglietti nel circuito Ticketone e sul sito dei teatri). Drusilla Foer porta in scena la sua seconda prova autorale, Venere Nemica, un testo ispirato alla favola di Apuleio “Amore e Psiche”, riletta in modo croccante, divertente, commovente, a tratti tragico, che tocca temi antichi e attuali, come la competizione suocera/nuora, la bellezza che sfiorisce, la possessività materna, il conflitto secolare fra uomini e dei.
Sinossi di Venere Nemica
Venere, la dea immortale, quindi tutt’ora esistente, vive lontano dall’Olimpo e dai suoi odiati parenti.
Dopo aver girovagato per secoli, abita attualmente a Parigi fra i mortali.
Non essendo gli Dei più creduti, la dea della bellezza e dell’amore finalmente può permettersi di vivere nell’imperfezione dell’umano esistere.
“Immaginate la mia gioia!
Una dea, condannata a vivere nell’eterna umidità del mare, scoprire l’esistenza della messainpiega”
Ricordando in un flashback comico e tragico, la vicenda di Amore, il figlio ingrato e disobbediente, e Psiche, sulla quale proietta – da suocera nemica – tutto il suo rancore di Dea frustrata e insoddisfatta, Venere si vendica “sulla straordinaria mortale, creduta venere in terra”.
Deus ex-machina crudele e spietata, Venere ricorda l’unica occasione nella quale ha provato un sentimento di amore, curando il figlio che, fuggito dall’amata Psiche, torna da sua madre, dea e padrona, per farsi lenire le ferite di un amore ingannato.
“… io sono sempre stata la mia sola priorità…”
Un testo ispirato alla favola di Apuleio “Amore e Psiche”, riletta in modo croccante, divertente, commovente, a tratti tragico, che tocca temi antichi e attuali:
la competizione suocera/nuora, la bellezza che sfiorisce, la possessività materna, il conflitto secolare fra uomini e dei.
“… se c’è una cosa che un Dio detesta è non essere creduto…”