Oggi parliamo di diritti LGBTQ+ e nello specifico del caso dell’Ungheria che con la sua legge anti-LGBTQ+ del 2021 viola la legislazione Europea. Per questo motivo, la Commissione Europea ha avviato una procedura di infrazione, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 13 febbraio 2023, contro tale legge.
Da quel giorno Forbidden Colours, Háttér Society e Reclaim hanno lanciato una petizione in tutta l’UE per chiedere a tutti gli Stati membri di mostrare il loro pieno sostegno ai valori di inclusione, uguaglianza e al rispetto dei diritti umani aderendo alla procedura di infrazione contro la legge di propaganda anti-LGBT dell’Ungheria fornendo osservazioni scritte alla Corte di giustizia dell’UE in merito a questo caso entro il 27 marzo 2023.
Forbidden Colors ha ricordato che 19 Stati membri avevano espresso a gran voce il loro sostegno al rispetto dei diritti umani delle persone LGBTIQ+ solo pochi giorni dopo l’adozione della legge nel giugno 2021.
Diritti LGBTQ+: la procedura di infrazione dell’Unione Europea verso l’Ungheria
Il 15 giugno 2021, il parlamento ungherese ha adottato la legge LXXIX con l’obiettivo originale di rendere più efficaci la prevenzione, l’individuazione e la punizione dei reati sessuali contro i minori.
Tuttavia, gli emendamenti dell’ultimo minuto hanno introdotto disposizioni anti-LGBTIQ+ in questa legge. Nello specifico sono stati modificati il Child Protection Act, il Family Protection Act, il National Public Education Act, l’Advertisement Act e il Media Act al fine di introdurre il divieto di accesso dei minori a ogni contenuto che “propaga o ritrae la divergenza dalla propria identità corrispondente al sesso di nascita, cambio del sesso o omosessualità”.
Con questi emendamenti, la cosiddetta “legge sulla protezione dei minori” è diventata la versione ungherese della “legge sulla propaganda anti-LGBT” adottata in Russia nel 2013.
Il 15 luglio 2021, la Commissione europea ha annunciato l’avvio di una procedura di infrazione contro l’Ungheria in merito a questa legge. La Commissione ha quindi ritenuto che questa cosiddetta “legge sulla protezione dei minori” viola il diritto derivato dell’EU.
La Commissione europea ha sottolineato che le “disposizioni [di tale legge] violano anche la dignità umana, la libertà di espressione e di informazione, il diritto al rispetto della vita privata nonché il diritto alla non discriminazione” sancito dalla Carta Europea dei Diritti Fondamentali. Infine, ha ritenuto che la legge viola i valori comuni dell’Europa sanciti dall’articolo 2 del trattato sull’Unione europea.
Inoltre, come denunciato da Eurochild, tale legge “viola esplicitamente i diritti dei bambini sanciti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo” a cui l’Ungheria è vincolata dal 1991. Questa legislazione viola tutti questi diritti e rischia di danneggiare proprio i bambini che pretende di proteggere.
Dopo un dialogo fallito, il 15 luglio 2022, la Commissione Europea ha annunciato che il caso sarebbe stato deferito alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE). Tuttavia, Forbidden Colours ha dovuto condurre una campagna di advocacy per spingere la Commissione europea a presentare definitivamente il caso il 19 dicembre 2022. Il caso è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE il 13 febbraio 2023. Da quel momento in poi, gli Stati membri dell’UE hanno sei settimane per presentare “osservazioni scritte” sul caso alla CGUE.
Maggiori info: https://www.forbidden-colours.com/2023/01/19/petition/