La storia vista attraverso le tematiche LGBT al British Museum di Londra
Il British Museum di Londra ospiterà a maggio un’importante mostra sulla storia LGBT dal suggestivo titolo Desire Love Identity: exploring LGBTQ histories. Il punto di partenza è il cinquantesimo anniversario della depenalizzazione in Inghilterra del reato di omosessualità avvenuta nel luglio del 1967, un anniversario che porterà mostre a tema in tutto il Regno Unito.
Più di duemila anni di storia internazionale per mostrare come l’amore tra persone dello stesso sesso ha avuto nel tempo diverse sorti, che vanno dalla parziale tolleranza nell’antica Grecia e a Roma, fino alle persecuzioni iniziate con il Cristianesimo. Se nel Rinascimento questa intolleranza pare attenuarsi soltanto in certi ceti sociali, dove c’è un alto livello culturale, è solo nel ‘900 che le libere espressioni sentimentali trovano spazio grazie a battaglie sociali e culturali che ci hanno portato alla situazione odierna, finalmente arrivati a considerare certe tematiche non più appannaggio di criptiche sottoculture, ma tasselli di una storia, quella con la S maiuscola, da analizzare e considerare alla luce del sole.
Tra i numerosi oggetti in mostra si ricordano qui quelli che riguardano il rapporto, riportato dalle fonti antiche, tra l’imperatore Adriano (76 -138) e Antinoo, un giovane originario della Bitinia che morì accidentalmente, e forse misteriosamente, annegando nel Nilo. Il dolore dell’imperatore fu tale che, come riporta l‘Historia Augusta di Elio Sparziano, Adriano cadde in un grande sconforto. Ma la dedizione dell’imperatore nei confronti del giovane continuò anche dopo quella sventurata morte, tanto che quest’ultimo diventò una sorta di divinità o un eroe venerato in tutto l’impero.
Un’oggetto particolarmente rivelante è invece la Coppa Warren, appartenuta a Edward Perry Warren (1860-1928), noto collezionista gay statunitense. La coppa, acquistata dal museo nel 1999, si fa risalire a duemila anni fa, ed è un prezioso argento romano di gusto ellenizzante che mostra due scene esplicite di rapporti sessuali tra uomini, fatto che non permette di affermare che a quell’epoca ciò che vi è rappresentato fosse davvero un tabù.
Il percorso storico della mostra parte dalla preistoria e arriva ai nostri giorni, configurandosi come un importante momento per riflettere sulla storia, la nostra, senza nessuna censura.